Udine scommette sul commercio: 1,4 milioni per aprire o rinnovare i negozi

Udine, contributi per aprire e rinnovare negozi e per la continuità d’impresa.

Il Comune di Udine punta sul rilancio del commercio cittadino e lo fa con un bando record: uno stanziamento di 1,4 milioni di euro per contributi che serviranno a sostenere l’apertura di nuovi negozi in città, il rinnovamento di quelli esistenti e la continuità d’impresa. Un intervento organico, pensato per incidere in modo strutturale tanto nei quartieri quanto nel centro storico, affrontando le criticità del commercio udinese con strumenti concreti e mirati.

“Questo bando – afferma il vicesindaco e assessore alle attività produttive Alessandro Venanzi – rappresenta uno degli investimenti più importanti mai realizzati dal Comune di Udine a favore del commercio. Vogliamo sostenere chi ha il coraggio di aprire, chi decide di rilevare un’attività storica e chi vuole rinnovare il proprio negozio”.

“È un progetto di sistema – ha continuato -, che unisce visione, sostegno concreto e attenzione ai bisogni reali della città. Con questa misura intendiamo riportare servizi nei quartieri, riaccendere le vetrine del centro e accompagnare gli imprenditori nelle fasi più delicate della vita di un’attività. È un impegno forte, che testimonia la volontà di questa amministrazione di essere al fianco di chi crea lavoro, relazioni e valore per la nostra comunità”.

Come funziona il bando.

Il bando, approvato dalla Giunta comunale e ora attivo, si articola su due linee principali. Un milione di euro è destinato alle aree periferiche, in particolare Godia-Beivars, Di Giusto, Laipacco, San Domenico–Villaggio del Sole, San Rocco, San Paolo e Sant’Osvaldo, mentre 400 mila euro sono riservati al centro storico, dove fenomeni di desertificazione commerciale e difficoltà nel ricambio generazionale richiedono azioni mirate. Gli investimenti finanziabili partono da un minimo di 10.000 euro.

Il cuore della misura risiede nella volontà di rendere più semplice aprire un negozio, mantenere quelli storici e rinnovare le attività esistenti. Come illustrato anche nelle slide del progetto presentate ai commercianti, l’iniziativa punta a tre obiettivi chiave: promuovere nuove aperture, agevolare il passaggio generazionale e sostenere il refitting estetico delle attività aperte da più di cinque anni.

I contributi per le nuove aperture.

Nei quartieri

Il Comune vuole riportare servizi di prossimità nei rioni dove negli anni molte attività hanno chiuso. Per questo sono previste premialità specifiche per l’apertura di negozi di alimentari, cartolerie, servizi alla persona, artigianato di prossimità e altre attività considerate essenziali. Per una nuova apertura nei quartieri, il contributo copre il 50% dell’investimento fino a 100.000 euro, che diventa il 75% per le attività considerate mancanti (come i negozi di beni quotidiani), con un contributo massimo pari a 75.000 euro, come previsto dall’articolo 5 del bando

Nel centro storico

La misura dedicata al centro mira a riportare la vocazione emporiale nei negozi sfitti e a riportare vita nelle vie della città. Per chi apre un’attività in centro, il contributo copre il 50% dell’investimento fino a 80.000 euro, che sale al 75% – fino a 60.000 euro – nel caso si scelga di riaprire un locale sfitto da almeno tre mesi e fino a dodici anni, come indicato nel bando e ribadito nelle slide del progetto

Continuità d’impresa e passaggio generazionale

Uno dei capitoli più interessanti della misura riguarda l’acquisto di aziende o rami d’azienda da parte di giovani under 40 che subentrano a imprenditori over 60. Questa linea di azione consente di salvare attività storiche, evitando la chiusura definitiva. Il contributo è pari al 50% del valore dell’attività da rilevare, fino a un massimo di 40.000 euro, sia nei quartieri sia in centro, come specificato dall’articolo 5 del bando

Innovazione, arredi, insegne e immagine

Per le attività aperte da almeno cinque anni, è previsto un aiuto concreto per rinnovare arredi, insegne e vetrine, incluse le vetrine refrigerate: il contributo è pari al 50% dell’investimento, calcolato su una spesa massima di 50.000 euro, arrivando quindi fino a 25.000 euro di contributo. Una misura pensata per affrontare un problema reale: molti negozi devono rinnovare la propria immagine ma non dispongono delle risorse necessarie per farlo.

Casi pratici: quanto può ottenere un’attività?

Per rendere più chiaro il funzionamento della misura, ecco alcuni esempi basati sui criteri del bando ufficiale.

1. Una nuova cartoleria a Laipacco

È una delle attività considerate mancanti nei quartieri. Se investe 60.000 euro, riceverà il 75% di contributo, pari a 45.000 euro.

2. Un giovane imprenditore under 40 che rileva una storica bottega artigiana in centro

Se il valore investito è di 80.000 euro, riceverà 40.000 euro a fondo perduto.

3. Un negozio di abbigliamento aperto da oltre cinque anni che decide di rifare l’arredo e la vetrina

Se investe 30.000 euro per il refit, otterrà 15.000 euro di contributo.

4. Una nuova attività che apre in un locale sfitto in via Mercatovecchio

Se investe 70.000 euro, beneficerà della premialità al 75%: riceverà 52.500 euro a fondo perduto.

Esempi come questi mostrano l’entità reale del supporto che il Comune mette in campo, destinato ad avere un impatto concreto sulla struttura commerciale della città.

Attirare imprenditori da fuori regione.

Per dare massima visibilità al bando e attirare anche imprenditori di altre regioni, il Comune ha avviato una campagna di comunicazione ampia e mirata, diffusa tra Veneto ed Emilia Romagna sui social, sulle testate locali e attraverso materiali grafici coordinati. Una scelta strategica, che punta non solo a sostenere il commercio già presente, ma anche a intercettare nuove energie imprenditoriali, favorendo l’arrivo in città di chi può portare idee, format innovativi e visioni moderne del retail.