Progetto per rendere più accessibili le cure alle persone con bisogni speciali.
Rendere più semplici e accessibili le cure sanitarie per le persone con bisogni speciali. È l’obiettivo di un progetto pilota avviato dall’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC) presso il Presidio Santa Maria della Misericordia di Udine. L’iniziativa, condotta dalla Direzione Medica Ospedaliera, dalla SOC Disabilità e dal Centro di Simulazione e Alta Formazione (CSAF) in collaborazione con il Dipartimento di Medicina dell’Università di Udine, mira a favorire l’adesione alle procedure sanitarie da parte di persone con disturbi del neurosviluppo.
Il progetto si inserisce nelle linee di gestione regionali e aziendali che intendono facilitare l’accesso ai servizi sanitari per chi vive con disabilità, superando le difficoltà ancora presenti nel percorso di cura.
Collaborazione tra operatori sanitari e psicoeducativi
Un punto centrale dell’iniziativa è rafforzare il collegamento tra operatori del sistema sanitario e professionisti dell’ambito psicoeducativo. L’obiettivo è sviluppare pratiche condivise e modalità di accoglienza più efficaci, con protocolli replicabili in diversi contesti sanitari dell’ASUFC.
Il percorso coinvolge attualmente 33 persone con disturbi del neurosviluppo ed è realizzato con il supporto del personale tecnico dell’Area assistenziale della Radiologia di Santa Maria della Misericordia e della cooperativa Universiis. Tutti gli operatori sono formati in Analisi Comportamentale Applicata (ABA), con strumenti evidence-based come preparazione personalizzata, esposizione graduale e strategie comunicative semplificate.
Simulazioni e formazione in sicurezza
Avviato a ottobre, il progetto prevede la simulazione di esami radiografici presso il CSAF, un ambiente modulabile che consente di preparare gradualmente le persone con disturbi del neurosviluppo e, allo stesso tempo, di addestrare gli operatori in condizioni sicure e realistiche.
“Si tratta di un progetto ambizioso di assoluto valore che vuole superare alcune barriere che ancora non permettono un totale accesso alle cure alle persone con disabilità: il primo monitoraggio realizzato a un mese dall’avvio ha già fatto registrare incrementi di competenza nel personale sanitario e maggiore adesione da parte dell’80% delle persone con disabilità coinvolte”, spiega il dottor Simone Zorzi della SOC Disabilità di ASUFC. “Formare e coinvolgere i diversi operatori sanitari è un passo fondamentale perché la disabilità non deve essere considerata in alcun modo un limite alla fruizione di servizi e trattamenti di alta qualità”.




