Movimenti alla base Usaf di Aviano.
Nella notte tra sabato 15 e domenica 16 giugno, i cieli sopra l’Atlantico si sono popolati di sagome militari: movimenti di aerei cisterna, cargo e caccia F-16 dagli Stati Uniti verso l’Europa. Una manovra, che ha immediatamente attirato l’attenzione degli osservatori internazionali e dei siti di monitoraggio dei voli militari. E tra le tappe di questo dispiegamento, la base di Aviano è tornata a occupare un ruolo di primo piano.
Negli ultimi giorni, il traffico sulla base friulana si è intensificato visibilmente. Sulla pista sono atterrati tre aerei cisterna, tra cui uno con la livrea commemorativa del D-Day, tre velivoli da trasporto C-17, un gigantesco Galaxy e sei caccia F-16 provenienti dalla base tedesca di Spangdahlem. Nessuna esercitazione ufficialmente in programma, nessun annuncio. Ma i movimenti parlano chiaro: qualcosa si muove, e Aviano è di nuovo nel baricentro delle rotte operative Usa.
Un’Europa sorvegliata speciale
La destinazione finale di questi voli resta, ufficialmente, riservata. Ma l’intensità e la distribuzione dei rischieramenti raccontano di una nuova fase di vigilanza velivoli diretti verso basi della rete Nato, tra cui Morón (Spagna), Ramstein (Germania), Prestwick (Regno Unito), Tallinn (Estonia) e, più a est, verso aree calde come Suda Bay (Grecia) e Incirlik (Turchia). Le operazioni appaiono coordinate, ma non sono accompagnate da caccia in volo: si tratterebbe quindi di missioni logistiche e di posizionamento strategico.
Fonti informali parlano di “postura preventiva”, una forma di preparazione accelerata che consentirebbe – se necessario – un successivo dispiegamento rapido di forze da combattimento in Europa e nel Mediterraneo orientale.
L’ombra del Medio Oriente
Il contesto geopolitico non è secondario. Le tensioni in Medio Oriente restano alte e la diplomazia internazionale si muove su un crinale instabile. In questo quadro, l’Europa e in particolare l’area balcanico-adriatica tornano a essere un crocevia fondamentale per gli equilibri strategici. Il rafforzamento della presenza logistica americana potrebbe essere letta come un messaggio di prontezza e deterrenza, tanto verso l’est quanto verso sud.
Chi conosce la storia della base di Aviano non può non notare certe analogie. Dopo anni in cui la sua attività sembrava essersi “normalizzata”, oggi il traffico aereo e la tipologia dei velivoli in transito ricordano da vicino la centralità operativa che lo scalo friulano aveva assunto durante le crisi degli anni Novanta.