Lo shutdown colpisce anche la Base di Aviano, stipendi bloccati per oltre 400 dipendenti italiani

Oltre 400 lavoratori italiani della base non hanno ricevuto lo stipendio.

Sono oltre quattrocento i lavoratori civili italiani della Base americana di Aviano che non hanno ricevuto lo stipendio di ottobre a causa del blocco dei finanziamenti federali negli Stati Uniti, il cosiddetto shutdown. Una situazione che ha creato forte preoccupazione e che ha spinto le sigle sindacali Fisascat Cisl e Uiltucs a proclamare lo stato di agitazione.

Il mancato accredito è legato alla sospensione temporanea delle attività federali derivante dalla mancata approvazione del bilancio da parte del Congresso americano. Non è stata ancora indicata una data per la ripresa dei pagamenti, e l’incertezza si fa sentire tra i dipendenti, molti dei quali si trovano a dover fronteggiare spese familiari e mutui senza l’entrata mensile.

Il confronto con la Base

Nelle scorse ore il colonnello Beau E. Diers, comandante del 31° Fighter Wing di Aviano, ha incontrato prima i rappresentanti sindacali Uiltucs e Fisascat Cisl e poi i lavoratori, garantendo “massima trasparenza e attenzione alla situazione”. Ai dipendenti è stata consegnata una lettera ufficiale che potrà essere mostrata a banche, locatori o creditori per segnalare la causa del ritardo nei pagamenti.

Il comandante ha ribadito la solidità della collaborazione tra Italia e Stati Uniti, riconoscendo le difficoltà create dallo shutdown e assicurando il proprio impegno per una soluzione rapida. Tuttavia, ha chiarito che i lavoratori dovranno continuare a svolgere regolarmente le proprie mansioni, in attesa che i fondi vengano sbloccati.

Fisascat e Uiltucs hanno sollecitato il governo italiano a intervenire, chiedendo un tavolo interministeriale e la possibilità di prevedere misure straordinarie per garantire il pagamento dei salari ai lavoratori italiani impiegati nelle basi americane. Tra le proposte anche l’apertura di linee di credito agevolato per chi si trova in difficoltà.

Un problema nazionale.

Il caso di Aviano non è isolato: analoghe difficoltà sono state segnalate anche nelle installazioni Usa di Vicenza e Livorno. In totale, in Italia, sono coinvolte circa tremila persone. In altre basi, come Napoli e Catania, la situazione è stata temporaneamente tamponata grazie alla disponibilità di fondi locali.

Serracchiani: “Il Governo anticipi gli stipendi”.

La deputata dem Debora Serracchiani ha annunciato il deposito alla Camera di un’interrogazione al ministro della Difesa Guido Crosetto e del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone, per chiedere un intervento urgente. “Il Governo provveda al versamento dello stipendio ai dipendenti civili delle basi Usa in Italia, concordando con le autorità americane il successivo rimborso. Lo chiederemo attraverso un’interrogazione ai ministri del Lavoro e della Difesa. Risulta che questo provvedimento è stato adottato dalla Germania che ha deciso di coprire gli stipendi del personale civile delle basi militari americane nel paese, per garantire la continuità delle erogazioni e delle operazioni. Non è accettabile lasciare nell’incertezza centinaia di lavoratori italiani della base di Aviano e di tutte le installazioni militari statunitensi dislocate in Italia”.

La situazione della base Usa di Aviano, che è seguita sul territorio anche dalla responsabile regionale Lavoro del Pd Fvg Valentina Francescon, sarà portata all’attenzione del Governo sottolineando “la preoccupazione manifestata dai sindacati nel corso di incontri nella prefettura di Pordenone, al momento pressoché solo interlocutori nonostante l’urgenza del problema sociale che si apre e l’indefinitezza della durata dello shutdown”.

“Non possiamo lasciare da soli – conferma la deputata dem – dei lavoratori che dovrebbero essere esenti dalle restrizioni in vigore per gli americani e cui dovrebbe applicarsi la legislazione nazionale. Ci aspettiamo al più presto dal Governo italiano un segnale che dia fiducia al personale che al momento deve continuare a lavorare senza paga, in una situazione – conclude Serracchiani – dai contorni anticostituzionali”.