Aggredisce i poliziotti per salvare l’auto e poi dice che sono stati loro a colpirlo

L’arresto da parte della polizia.

Era stato condannato per calunnia, resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale.
La polizia, con il coordinamento della locale Procura, ha tratto in arresto un 54enne cittadino rumeno, in collaborazione con la polizia di Frontiera di Fiumicino. L’uomo deve scontare una condanna alla pena di 2 anni e 6 mesi, emessa a seguito dal Tribunale di Udine, per fatti occorsi ad Amaro e Tricesimo il 26 e 29 marzo 2013.

La prima condanna si riferisce a quanto accaduto ad Amaro, il 26 marzo 2013. Nell’occasione, l’uomo veniva fermato in ambito autostradale da personale dalla Stradale di Amaro, al fine di procedere con alcune contestazioni che avrebbero portato al fermo del veicolo di cui era alla guida. Nella circostanza, per impedire agli operatori della pattuglia di dare seguito al loro compito istituzionale, l’uomo colpiva alle spalle uno dei poliziotti e successivamente aggrediva il secondo collega, giunto in aiuto del primo, procurando ad entrambi lesioni guaribili con diversi giorni di prognosi.

A seguito di questi fatti, il cittadino rumeno veniva tratto in arresto e dopo la convalida del Giudice e scarcerato. Questi, dopo aver lasciato la struttura detentiva di Udine il successivo 29 marzo, si recava presso un Comando dell’Arma della provincia di Udine e denunciava di essere stato lui aggredito dai poliziotti intervenuti il 23 marzo. Le indagini esperite, che si sono avvalse di testimonianze dirette ed acquisizione di filmati, non portavano ad alcun riscontro in merito a quanto denunciato, motivo per il quale è stato condannato anche per il reato di calunnia.

A seguito del provvedimento di condanna, le lunghe e articolate indagini esperite dalla Squadra Mobile, con il concorso della Direzione Centrale della Polizia Criminale, Servizio per la Cooperazione internazionale di polizia, inizialmente permettevano di accertare che il predetto aveva lasciato l’Italia ed era domiciliato in Francia, senza una fissa dimora. Le continue verifiche, finalizzate al rintraccio del latitante, recentemente, avevano permesso di acclarare che l’uomo aveva fatto ritorno nella nazione di origine dove veniva rintracciato e tratto in arresto in esito al dispositivo della Procura di Udine, che aveva provveduto alle incombenze relative alla predisposizione del Mandato di Arresto Europeo. Dopo le procedure del caso, il condannato è stato ristretto presso il carcere di Civitavecchia.