Un’immersive room nel Tempietto Longobardo con la realtà virtuale

L’Immersive Room del Tempietto Longobardo.

È stato presentato nei giorni scorsi il nuovo “Piano di Gestione 2022-2027” del sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”, che raggruppa le testimonianze architettoniche e artistiche più significative della civiltà longobarda all’apice del suo sviluppo storico, distribuite in sette località di cinque diverse regioni italiane tra cui l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli, dove per la prossima estate, verrà inaugurata l’Immersive Room del Tempietto Longobardo.

La gestione del Tempietto.

A dieci anni dall’iscrizione del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” all’interno della World Heritage List UNESCO, avvenuta il 25 giugno 2011, l’associazione Italia Langobardorum, struttura di gestione del “sito di rete, ha avviato il processo di ridefinizione e aggiornamento del Piano di Gestione esistente. L’adozione del nuovo strumento di gestione intende dare un nuovo impulso al lavoro dell’Associazione, in particolare per quanto riguarda l’implementazione delle attività volte alla crescita socio-economica dei territori che ospitano le testimonianze monumentali della civiltà longobarda in Italia, sia dal punto di vista culturale – volte alla conoscenza, conservazione, sensibilizzazione e promozione del patrimonio – sia dal punto di vista turistico.

“Il Comune di Cividale del Friuli entro l’estate inaugurerà l’Immersive Room del Tempietto Longobardo, frutto della partecipazione al progetto europeo RECOLOR del Programma Interreg Italia – Croazia”, ha raccontato Daniela Bernardi, sindaco di Cividale del Friuli. “Vedremo il Tempietto Longobardo come non l’abbiamo mai visto tramite una sala multimediale allestita nel Monastero di Santa Maria in Valle dove immagini e scorci inediti sono stati ricostruiti grazie alle più innovative tecniche della modellazione e della grafica virtuale”. Il progetto RECOLOR – Reviving and EnhanCing artwOrks and Landscapes Of the adRiatic (Riscoperta e valorizzazione dei beni artistici e paesaggistici dell’Adriatico) è stato finanziato dal programma Interreg V-A Italia-Croazia 2014-2020. Oltre al Comune di Cividale del Friuli, coinvolge altri sette partner: Regione Emilia-Romagna in veste di capofila, l’Università di Bologna, il Politecnico di Sebenico, il Comune di Campobasso, Montefeltro Sviluppo Scarl, il Comune di Albona e la Città di Zara.

“Chi entra nel Tempietto Longobardo viene avvolto e soggiogato dal suo fascino – ha proseguito Daniela Bernardi – colpito dalla singolare articolazione dell’architettura e abbagliato dagli scorci dell’originaria decorazione che fa solo trasparire la bellezza di un tempo, tra cui sicuramente spiccano le maestose figure femminili in stucco e l’avvolgersi del tralcio sulla controfacciata. Comprendere e immaginare come fosse realmente il Tempietto alla sua origine è un sogno che molti hanno avuto o perseguono. Ora, grazie alle ricerche compiute negli ultimi anni e a RECOLOR, si è giunti a proporre delle visioni di quella che poteva essere la primitiva forma: così come appariva agli ultimi re longobardi. Si è trattato di uno sforzo sicuramente impegnativo, forse anche un po’ ambizioso, che ha impegnato per quasi due anni vari studiosi e gli uffici comunali. Per questo, lungi dal voler presentare questa esperienza come un dato di fatto, la si vuole proporre come un mezzo per migliorare la percezione di quanto conservato e visibile, e come strumento innovativo di comunicazione e promozione del bene culturale”.

“Il lavoro di aggiornamento del Piano di Gestione, che si propone come guida e punto di riferimento costante per la tutela e valorizzazione di un sito seriale così complesso, come quello dei Longobardi in Italia, in cui intervengono più attori, è stato condotto cercando il coinvolgimento più ampio possibile – ha affermato Antonella Tartaglia Polcini, presidente associazione Italia Langobardorum -. Redigere un Piano di Gestione consistenell’esaminarne le forze e gli attori presenti sul territorio, tanto nel campo culturale quanto in quello socioeconomico e turistico. Lo abbiamo fatto attraverso il coinvolgimento dei diversi soggetti portatori di interesse, non solo delle istituzioni che formalmente fanno già parte della struttura di gestione, ma anche delle comunità locali e dei numerosi soggetti di diversa natura che si sono impegnati nel tempo in contatti e collaborazioni con l’associazione Italia Langobardorum. Sono state definite le strategie da intraprendere per garantire la valorizzazione e promozione del sito seriale, sia a livello di rete che di singole componenti, per consentire a realtà diverse e distanti tra loro di coordinarsi lavorando con una visione comune e obiettivi condivisi”.

Per individuare e raccogliere i contenuti, che sono poi stati oggetto della stesura del nuovo piano di gestione del sito UNESCO, nel dicembre 2020 è stata infatti organizzata una maratona digitale Longobarda, un vero e proprio Hackathon, che ha coinvolto attivamente i diversi stakeholder territorialicon l’obiettivo di individuare progettualità e strategie future di valore. Il nuovo Piano di Gestione, si articola in 13 progetti di rete che coinvolgono congiuntamente i sette territori del sito UNESCO a livello nazionale e numerosi progetti locali, per un totale complessivo di 126 progetti, impostati attorno a cinque tematiche: il miglioramento infrastrutturale, con la creazione di nuovi percorsi e il potenziamento dell’accessibilità ai monumenti; la divulgazione della storia, cultura e del patrimonio intangibile, attraverso ad esempio l’organizzazione di incontri e conferenze, la predisposizione di piani di comunicazione e l’allestimento di mostre in sedi nazionali ed internazionali, che servano a sensibilizzare e diffondere la conoscenza della civiltà longobarda; la collaborazione con scuole, università, enti di ricerca, con l’attivazione di laboratori didattici e la promozione dell’attività di studio dei siti; gli interventi di conservazione e valorizzazione della core zone, con la necessaria pianificazione di azioni di manutenzione e restauro dei beni; gli interventi di valorizzazione della buffer zone e la progettazione socio-economica.