La tragica alluvione in Emilia Romagna nel racconto di una friulana a Bologna

Vittime, dispersi e migliaia di evacuati in questi giorni in gran parte dell’Emilia Romagna, dove l’alluvione che ha colpito la regione a più alto rischio idrogeologico, ha causato danni incommensurabili alle strutture.

Scuole e negozi chiusi, strade impraticabili, agricoltori messi in ginocchio. L’esondazione del torrente Ravone a Bologna ha reso impraticabile Via Saffi, arteria principale che attraversa, tra gli altri, l’ospedale Maggiore e che porta all’aeroporto, nonché strada principale nella quale defluisce il traffico dal centro alla periferia. Uno dei più prestigiosi giardini all’italiana, quello di Villa Spada, è stato transennato in quanto completamente raso al suolo e reso quindi impraticabile. Evacuata la zona est del capoluogo emiliano, verso San Lazzaro.

“La situazione qui è pessima, anche se ieri la pioggia ha dato un po’ di tregua, i danni sono oramai conclamati”, spiega Marina Burlon. La donna, 56 anni, vive a Costa Saragozza, un quartiere di Bologna, da ben 25 anni e lavora nel centro commerciale più grande della zona, il “Shopville Gran Reno” di Casalecchio di Reno. “Tutte le scuole e i negozi sono chiusi da qualche giorno, a differenza della struttura nella quale lavoro – racconta la donna – oggi, ad esempio, il centro commerciale era ovviamente deserto, fatta eccezione si qualche temerario che si è recato a comperare i beni primari”.

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore infatti, oltre ad aver disposto un’ordinanza in merito agli spostamenti, ha raggiunto un grande numero di cittadini via telefono, per invitarli a non uscire di casa, se non in casi strettamente necessari. “Il sindaco si è subito adoperato per l’incolumità dei cittadini – prosegue Marina – inoltre oggi sono stati ben 4 mila i cittadini volontari che, assieme alla protezione civile, si sono adoperati per ripulire garage, cantine ed abitazioni, hanno fatto tutti un grandissimo lavoro”. “Da domani infatti verranno riaperte gran parte delle strutture, augurandoci che le condizioni meteorologiche consentano di poter continuare a ripulire tutto questo disastro “, conclude la donna.

Stando ai dati Ispra ( istituto superiore per la ricerca ambientale), l’Emilia Romagna è la terza regione italiana per cementificazione in aree alluvionali, più di 658 ettari in un solo anni, pari a più del 10% di tutto il territorio nazionale, dato che non depone a favore in situazioni di straordinaria emergenza.