Confezionare gli alimenti: una sfida per le aziende

Le aziende che producono packaging per alimenti devono proporre oggetti che rispondono a una lunga serie di requisiti; questi dipendono dall’alimento che si deve confezionare, dalla sua shelf life e dalle esigenze correlate alle normative vigenti. Queste ultime possono anche variare nel corso del tempo.

Come si confeziona un alimento

Cominciamo con il dire che non tutte le aziende che producono packaging agiscono nel medesimo modo. Infatti ce ne sono alcune che si occupano esclusivamente di produrre le confezioni, che poi inviano alle aziende clienti, che si occuperanno poi dell’effettivo utilizzo delle stesse; altre invece propongono un servizio completo, che parte dalla produzione della confezione e si completa con il confezionamento dei singoli prodotti, come fa ad esempio Celvil packaging. Queste ultime possono operare sia presso i propri stabilimenti, sia presso quelli del cliente. Chiaramente in questi casi le sfide aumentano in modo esponenziale, visto che si devono affrontare problematiche molto varie e differenziate tra di loro. L’effettivo confezionamento degli alimenti poi si può effettuare utilizzando packaging già pronto, stampato e tagliato, sia sfruttando la tecnologia flow pack. In questo secondo caso le confezioni sono predisposte e stampate su un film raccolto in rotoli; vengono poi tagliate attorno all’alimento, durante la fase di confezionamento.

Cosa dice la legge

Quando ci si trova poi a dover considerare la legislazione per quanto riguarda il confezionamento degli alimenti è chiaro che le sfide contro cui cimentarsi aumentano ulteriormente. Tali leggi variano a seconda dell’alimento, ovviamente la confezione del riso deve offrire requisiti ben diversi da quella del gelato o di un salume affettato. Esistono però dei principi generali, che valgono per tutto il packaging per prodotti alimentari. Questo infatti deve essere preparato in modo che i materiali utilizzati non modifichino in alcun modo le proprietà organolettiche dell’alimento. La confezione non deve quindi modificare il gusto, l’odore e il colore del cibo. Inoltre è essenziale che le eventuali sostanze rilasciate nell’alimento dalla confezione non risultino in alcun modo nocive per la salute. Chiaramente questo porta a ridurre drasticamente i materiali utilizzabili per il packaging per gli alimenti. In particolare alcuni materiali, come ad esempio il PVC, sono stati banditi per specifici utilizzi; da alcuni anni il PVC non può essere sfruttato in confezioni per alimenti, soprattutto nel caso in cui questi siano insacchettati ancora caldi o debbano essere riscaldati prima del consumo.

Le caratteristiche degli alimenti

Altri elementi cui le aziende di produzione di packaging devono fare attenzione dipendono direttamente dall’alimento da confezionare. Nella maggior parte dei casi gli alimenti non possono entrare in contatto con l’aria o con l’umidità; cosa che ad esempio non è necessaria con frutta e verdura fresca, che al contrario devono poter “respirare” anche se confezionate. Ci sono alimenti che vanno confezionati ancora caldi, altri per i quali è necessario mantenere costantemente la catena del freddo. Alcuni alimenti sono in forma fluida, cosa che costringe a produrre confezioni che possano resistere agli urti. Le soluzioni da utilizzare sono spesso valutate caso per caso, con la possibilità di approfittare di materiali compositi multistrato, prodotti utilizzando differenti materiali.