I danni del maltempo in Friuli ci costano altri 50 milioni

Il governatore Massimiliano Fedriga e il vicegovernatore Riccardo Riccardi a Ovaro

Sono 55 in totale gli interventi per danni da maltempo in Friuli.

I danni del maltempo in Friuli ci costano altri 50 milioni. “Riparare ai danni causati dagli eventi meteo avversi e operare con costanza per rendere sempre più sicuro il territorio, per contenere il più possibile gli effetti negativi del maltempo, per ridurre il rischio, lavorando sulla prevenzione. Su questo abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare. Ed è in questo quadro che si inserisce un ulteriore, nuovo e importante finanziamento di 48 milioni di euro per il nostro territorio, cui si aggiungono i quasi 2 milioni di euro erogati per opere di somma urgenza, nell’immediatezza”.

Sono le parole del governatore Massimiliano Fedriga intervenuto con il vicegovernatore e assessore con delega alla Protezione civile Riccardo Riccardi a Ovaro, nei spazi del Museo Segheria del complesso Aplis, per illustrare i nuovi fondi e contributi messi a disposizione per il territorio colpito dall’evento meteo avverso del novembre 2019. Presenti numerosi sindaci, a partire dal primo cittadino di Ovaro, Lino Not.

I 4.500 cantieri del Friuli Venezia Giulia.

“Dal 2003 a oggi – ha sottolineato Riccardi – in Friuli Venezia Giulia è stato investito un miliardo di euro per 4500 cantieri a protezione del territorio e per riparare ai danni causati da condizioni meteo avverse. Dal 2018 a oggi sono stati investiti 400 milioni di euro per 2500 cantieri. Cifre importanti per interventi che si sono rivelati fondamentali: hanno reso più sicuro il nostro territorio che, altrimenti, avrebbe riportato danni ben più pesanti a seguito delle pesanti emergenze che si sono verificate in questi anni”.

Sono oltre 48 i milioni di euro destinati al territorio del Friuli Venezia Giulia per gli interventi relativi all’aumento della resilienza delle strutture e delle infrastrutture pubbliche a seguito degli eventi meteo avversi del novembre del 2019, di cui circa 20 milioni derivati dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) e per la restante parte assegnati alla nostra Regione con ordinanze del Capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale”, ha spiegato in dettaglio Riccardi.

Per 16 comuni, 17 interventi.

Gli oltre 20 milioni di euro del Pnrr saranno impiegati per 17 interventi, anche strutturali, per la riduzione del rischio residuo nelle aree colpite dagli eventi calamitosi; tutti gli interventi sono finalizzati alla tutela della pubblica e privata incolumità.

I 17 interventi interesseranno 16 comuni: Sappada, Rigolato, Tolmezzo, Malborghetto Valbruna, Chiusaforte, Resia, Lusevera, Tarcento, Forgaria nel Friuli, Trasaghis, Gemona del Friuli, San Leonardo, Stregna, Fontanafredda, Cormons e Gonars. Cinque i soggetti attuatori: Protezione civile regionale, Edr Udine, Friuli Venezia Giulia Strade, Edr Gorizia e Comune di Fontanafredda.

Gli altri 38 interventi.

Gli altri fondi saranno utilizzati per altri 38 interventi, per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico: si tratta di interventi strutturali – per mettere in sicurezza il territorio da frane, per ridurre il rischio di allagamento -, e di interventi non strutturali per la salvaguardia del territorio, la riqualificazione, il monitoraggio e la prevenzione, con la finalità del ripristino delle condizioni iniziali delle aree colpite e per garantire la resilienza dei territori alle calamità naturali.

I 38 interventi interesseranno 31 comuni: Forni Avoltri, Rigolato, Prato Carnico, Ravascletto, Comeglians, Cercivento, Sutrio, Sauris, Arta Terme, Ampezzo, Lauco, Enemonzo, Socchieve, Cimolais, Claut, Vito d’Asio, Clauzetto, Trasaghis, Resiutta, Chiusaforte, Dogna, Pontebba, Malborghetto Valbruna, Tarvisio, Nimis, Cividale del Friuli, San Pietro al Natisone, Caneva, Prata di Pordenone, Mortegliano, Ronchi dei Legionari.

I soggetti attuatori.

Sono 23 i soggetti attuatori: i Comuni di Arta Terme, Caneva, Chiusaforte, Cimolais, Claut, Clauzetto, Dogna, Enemonzo, Mortegliano, Nimis, Prata di Pordenone, Prato Carnico, Resiutta, Rigolato, Sauris, Socchieve, Tarvisio, Vito d’Asio, gli Edr di Gorizia, Pordenone e Udine, Friuli Venezia Giulia Strade e Direzione centrale difesa dell’ambiente energia e sviluppo sostenibile.

Gli interventi in totale sono 55. Per far fronte gli interventi eseguiti nell’immediatezza dell’evento del novembre 2019, la Regione aveva stanziato, in prima battuta, oltre 1,5 milioni di euro, per svolgere, come detto, lavori di somma urgenza, realizzati dalla Protezione civile regionale.

Le opere allora si erano concentrate in 34 comuni; 43 interventi inderogabili: nel dettaglio oltre 1,1 milioni di euro erano stati messi a disposizione per la ex provincia di Udine, 49.000 euro per la zona giuliana, più di 240.000 euro per il Friuli Occidentale, oltre 88.000 euro per l’ex provincia di Gorizia.

Dal 3 al 20 novembre del 2019, il Centro funzionale decentrato della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia aveva emesso 11 allerte regionali con 16 bollettini di aggiornamento e 24 bollettini di piena per i bacini del Livenza e del Tagliamento. Con il decreto dell’8 novembre del 2019 era stato dichiarato lo stato di emergenza sul territorio regionale. Stato di emergenza che è stato riconosciuto il 2 dicembre del 2019 con delibera del Consiglio dei ministri.