Dal farmacista, al benzinaio, al negoziante, aspettando la fase 2 in Friuli: com’è cambiato il lavoro e le attese per dopo la quarantena

I cambiamenti del lavoro durante la quarantena.

Mentre si aspetta l’inizio della fase 2, c’è chi non ha mai smesso di lavorare in Friuli, nonostante le difficoltà legate al coronavirus. Non senza importanti cambiamenti, però, nel modo di affrontare la giornata e in quello di relazionarsi con i clienti.

Come racconta la dottoressa Giulia Peressoni, titolare dell’omonima farmacia di San Daniele. “Il coronavirus e la tv creano agitazione e spesso confusione. Mi trovo quindi costretta ad intervenire per tranquillizzare l’ansia dei pazienti e a dare informazioni chiare e precise”, afferma. Ogni mattina, la dottoressa e le sue collaboratrici indossano mascherina, guanti ed occhiali. Nella farmacia si entra 3 persone alla volta. All’ingresso c’è del gel igienizzante e sul banco ci sono dei plexiglass di protezione.

Oltre alle norme di sicurezza anche il rapporto con il cliente è notevolmente cambiato. “Le consegne a domicilio, che faccio personalmente, sono aumentate. Alcuni mi lasciano il sacchetto con i soldi sul cancello senza uscire di casa – dichiara la farmacia -. Altri calano dal terzo piano un cestello in vimini per ricevere il farmaco”.

Per quanto riguarda la previsione per il futuro “ritengo che la fase successiva all’emergenza, purtroppo sarà esattamente identica a quella attuale. Rimmarrano le stesse precauzioni adottate sinora e per lungo tempo saremo costretti a mantenere le distanze sociali”.

In questo momento di difficoltà, la Protezione civile di ogni comune è mobilitata e ha un ruolo fondamentale per aiutare la popolazione. “L’intervento della Protezione Civile è stato tempestivo, ma inaspettato. Il nostro lavoro è cominciato con la diffusione dei messaggi alla popolazione – afferma Davide Buccheri, volontario della Protezione civile di San Daniele -. Successivamente è stato attivato il centro operativo comunale per l’assistenza alla popolazione. Questa attività comprende la spesa per persone impossibilitate a muoversi o molto malate, oppure con un’età superiore a 70 anni”.

Anche il distributore Esso di San Daniele ha continuato a restare aperto durante la quarantena. “Il cambiamento principale è stata la vendita del carburante scesa del 80%”, spiega il gestore Michele Ornella. In queste settimane il distributore ha collaborato a sanificare, tramite un protocollo per l’emergenza, i mezzi pubblici. Quanto al futuro non ha dubbi: “La vedo dura. Sarà una lunga ripartenza”.

La macelleria Tilatti Carne di Bertiolo ha dovuto ridimensionare il proprio lavoro, ma è riuscita a trasformare la situazione d’emergenza in un’opportunità. “La diminuzione delle richieste non ha fermato l’attività, ma l’ha trasformata – dichiarano i titolari -. Grazie alle consegne a domicilio siamo sempre stati vicini ai nostri clienti per soddisfare ogni necessità”. Da questa crisi Tilatti ha una speranza: “Che sia un nuovo punto d’inizio nel promuovere i prodotti del territorio. Sicuramente sarà tutto differente ma il punto fondamentale è rialzarsi e ripartire, perché come dice il detto, dopo la pioggia viene il sereno”.

Nemmeno Gloria Nadalutti, proprietaria di Pop, negozio di dolciumi a Udine, si è data per vinta in questo periodo e ha optato per le consegne a domicilio. “Da quando ho iniziato ad avvertire la pericolosità di questo virus ho deciso di chiudere per la mia sicurezza, della mia famiglia ma anche della mia clientela – spiega l’esercente -. Non è facile invogliare a comprare i dolciumi senza vederli, ma penso che in questo siano stati anche i miei clienti a starmi vicino e hanno deciso di supportarmi”.