L’incidente probatorio sulla tragedia di Natale a Forni di Sopra: cosa è emerso.
Il tubo della caldaia non fissato e l’impianto non tarato completamente. È questo il quadro emerso dall’incidente probatorio disposto dalla Procura di Udine sulla morte di Patrizia Pontani, 66 anni, e del marito Maurizio Chisciotti, 73, vittime di una fuga di monossido di carbonio nella loro abitazione di via Tiviei 11, a Vico di Forni di Sopra, nella notte tra il 25 e il 26 dicembre 2024.
Secondo quanto accertato dai periti nominati dal tribunale e dalle parti, il tubo di scarico fumi della caldaia non era stato fissato correttamente alla parete. Alla prima accensione, si sarebbe disallineato dalla propria sede, consentendo al monossido di carbonio di riversarsi nell’ambiente interno in quantità tali da saturare i rilevatori utilizzati nelle prove tecniche. Un altro errore fatale: l’impianto risultava tarato per la combustione di metano, mentre in casa si utilizzava GPL, un’incompatibilità che ha moltiplicato la pericolosità della situazione.
Una tragedia in due atti
Patrizia Pontani è morta nella notte stessa dell’intossicazione. Il marito, trasportato in ospedale in condizioni gravissime, è deceduto due settimane dopo, il 9 gennaio 2025, a causa delle lesioni riportate. Solo la figlia Laura, presente in casa, è sopravvissuta grazie a un gesto istintivo: aprì la finestra per respirare e riuscì ad avvisare il fidanzato con un messaggio, consentendo l’allarme ai soccorsi intorno alle 4:30.
Le indagini: cinque persone indagate
La Procura di Udine ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e lesioni colpose, iscrivendo nel registro degli indagati cinque persone. Si tratta dei rappresentanti legali della società immobiliare che ha venduto l’appartamento, della ditta produttrice della caldaia installata e di tre professionisti (tra tecnici, installatori e manutentori) che a vario titolo hanno messo mano all’impianto.