Le ossa trovate nel pozzo della villetta di Sagrado sono di Vito Mezzalira
Dopo oltre sei anni di silenzio e mistero, arriva la conferma che in molti temevano: i resti umani ritrovati nel pozzo di una villetta a Sdraussina, frazione di Sagrado, appartengono a Vito Mezzalira, il postino triestino scomparso nell’estate del 2019 all’età di 66 anni. A sciogliere ogni dubbio è stata l’arcata dentale, confrontata con le radiografie eseguite nel 2019 e conservate nella documentazione sanitaria dell’uomo. Un dettaglio determinante, data l’unicità della dentatura umana.
La scoperta nel pozzo sigillato
Il ritrovamento è avvenuto tra il 6 e il 7 novembre 2025 nel giardino della villetta in via Nuova 7, dove Mezzalira si era trasferito. A far riaprire il caso, una nuova ispezione disposta dalla Procura grazie a immagini satellitari di Google Earth, che avevano mostrato un pozzo cementato sul retro dell’abitazione. Lì si sono concentrate le ricerche, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo, i vigili del fuoco, i Nos e il cane molecolare Klaus. Nei sacchi neri ritrovati all’interno del pozzo, i resti ossei che hanno permesso la svolta.
Il prossimo 16 dicembre è in programma l’udienza che conferirà ufficialmente l’incarico per l’autopsia. Gli accertamenti saranno fondamentali per chiarire le circostanze della morte e raccogliere ulteriori elementi utili alle indagini.
Tre indagati: ipotesi di omicidio e truffa
Sono tre gli indgati per la morte del 66enne: la Procura contesta a Mariuccia Orlando, compagna di Mezzalira, al figlio di lei Andrea Piscanec e al fratellastro Moreno Redivo, i reati di concorso in omicidio volontario, concorso in sottrazione di cadavere e truffa aggravata e continuata. Quest’ultima per il presunto ritiro della pensione dell’ex postino anche dopo la sua scomparsa.
Gli indagati, difesi dagli avvocati, avranno la possibilità di partecipare all’incidente probatorio con i propri consulenti tecnici. La Gip ha accolto la richiesta della difesa, fissando l’udienza preliminare per avviare l’autopsia in forma irripetibile.
La denuncia della sorella e l’inizio delle indagini
A far emergere il caso era stata Domenica Mezzalira, sorella di Vito, residente a Mantova. Preoccupata per il silenzio prolungato del fratello, aveva sporto denuncia dopo aver notato stranezze nei movimenti bancari e la continuazione del ritiro della pensione. Le sue segnalazioni hanno dato il via all’inchiesta, che solo di recente ha trovato il suo punto di svolta.
Dopo la macabra scoperta nel pozzo, l’indagine ora punta a fare piena luce sulle responsabilità e sulle motivazioni dietro la morte di Vito Mezzalira. Un uomo che cercava solo tranquillità per godersi gli anni della pensione, e che invece ha trovato una fine tragica. Le risposte definitive potrebbero arrivare proprio dall’autopsia e dagli esiti dell’incidente probatorio.




