Contagi e morti, peggiora la situazione al cottolengo di Santa Maria la Longa

L’appello per il cottolengo di Santa Maria la Longa.

Si complica ogni giorno che passa la situazione al Piccolo cottolengo friulano di don Orione a Santa Maria la Longa. A oggi, nel centro che accoglie persone con disabilità, si contano una decina di decessi legati al Covid-19 e 90 contagi tra ospiti e operatori.

Invoca aiuto e si appella anche alle istituzioni il consulente del lavoro Simone Tutino, che segue alcuni dei dipendenti della struttura. “I contagi continuano a crescere e se moltiplichiamo questi numeri per le famiglie degli operatori si può immaginare che situazione possa nascere. È opportuno che si intervenga”. Tutino si è appellato a Prefettura di Udine e reparto Nas dei carabinieri. “La prima mi ha risposto dicendo che, essendo la struttura privata nulla è di loro competenza, nemmeno in periodo di crisi come questo. I carabinieri, invece, conto svolgano ogni verifica sulla base di quello che gli sarà rappresentato dalle persone che verranno sentite, ma non sappiamo se pende procedimento penale visto che potrebbero esserci lesioni su persone se non adottati tutti i dispositivi. Io comunque confido in loro”.

Tutino poi, punta altrove il mirino. “Addito invece la politica: nessuno mi ha chiamato, ho notiziato personalmente il presidente Fedriga riguardo alla questione e non ho ricevuto nemmeno una telefonata o una risposta scritta. Avrebbe dovuto alzare il telefono e, se non voleva un confronto con me, poteva quantomeno confrontarsi con gli operatori miei assistiti – sferza Tutino -. A volte una parola vale aiuta come una cura medica. Nulla di nulla. Nemmeno il sindaco si è sentito. Solo la tristezza , di rileggere numero di decessi alle stelle e personale non più disponibile al lavoro perché assente causa Covid”.

Mi risulta infine che l’associazione “I nostri diritti” di Udine abbia comunicato a Regione e Protezione civile che era disponibile a intervenire gratuitamente con propri addetti, anche titolati, ma nessuno sembra l’abbia contattata – conclude Tutino -. Perché? Se c’erano persone disponibili perché non autorizzarle? Sto eseguendo gli approfondimenti del caso”.