Tangenti Anas, la surreale vicenda di Vidoni, prosciolto dopo 10 anni

Prosciolto Giuliano Vidoni, coinvolto nell’inchiesta sulle tangenti Anas.

Prosciolto dopo quasi 10 anni: c’è il sollievo, certo, ma resta l’amarezza perché nel frattempo è andata persa una storica, e solida, realtà imprenditoriale friulana. Se Giuliano Vidoni vede la parola fine ad un processo iniziato nel 2017, nel frattempo il colosso delle costruzioni di cui era amministratore è fallito.

Nel 2015, infatti, l’imprenditore era finito agli arresti domiciliari, coinvolto nell’indagine su un giro di tangenti all’Anas (l’indagine Dama Nera), con l’accusa di corruzione. La beffa, però, è che ora è stato riconosciuto “vittima” di quel sistema: fu cioè costretto a pagare. Perché? Per avere i soldi che l’Anas gli doveva.

L’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali era uno dei principali clienti della Vidoni e la società friulana vantava nei suoi confronti crediti di decine di milioni di euro, che però non venivano corrisposti (tanto che ci furono diversi contenziosi anche negli anni precedenti). Vidoni provò a far fronte ai mancati introiti come poteva ma il “buco” pesava: una spirale negativa che portò ad un tentativo di concordato preventivo non andato a buon fine e al conseguente fallimento dell’impresa di costruzioni. Fu la fine di un’azienda che vantava 70 anni di storia e oltre 200 dipendenti.

Adesso, il Tribunale di Roma ha emesso la sua sentenza: Giuliano Vidoni, sotto scacco, subì pressioni a pagare” quei funzionari Anas per farsi versare le somme che l’Anas stesso gli doveva e l’ipotesi di reato a suo carico è stata ridimensionata da corruzione a induzione indebita (vittima, quindi, di concussione ambientale), e prescritta.

Alla fine della vicenda processuale, però, rimane l’amaro in bocca: la difesa ha sempre sostenuto (ed è difficile dargli torto a questo punto) che se l’Anas avesse corrisposto quanto doveva alla Vidoni, invece di risolvere i contratti, non ci sarebbe stato alcun effetto domino e la società non sarebbe fallita. Una storia surreale, che però ha lasciato lunghi e penosi strascichi, dal punto di vista imprenditoriale ed umano.