Le case del secolo scorso, fondate sulla cucina e sul fuoco che scaldava anche i cuori

La casa per antonomasia era la cucina, il “fuoco” indicava un’unità famigliare.

Il Fuc Abas.

Il fuc abas, a livello del pavimento, fu la prima forma, quindi vi fu un graduale innalzamento del piano del fuoco (larin); si trovarono pietre resistenti al calore, per appoggiare la legna (piere dal fouc); solo più tardi si potè avere il cjavedal in ferro battuto.

Quel fuoco cucinava, scaldava, illuminava. Per quest’ultima funzione, in montagna usavano molto la lum, o fogule, schegge resinose che si appoggiavano su supporti o si facevano ardere in certe nicchie a muro, fornite di apposito sfogo per il fumo.

Il riciclo dell’acqua piovana.

In pianura, conservavano l’acqua piovana per lavare ed anche per abbeverare gli animali; preziosi erano i pozzi. Nella casa, sulle esigenze lavorative, prevalevano le esigenze di lavoro e di conservazione dei cibi, preoccupazione principale per la sopravvivenza.

I mezzi rudimentali di lavoro e quanto era dovuto ai padroni non lasciavano adito a surplus, anzi, bisognava oculatamente ritmare i consumi in rapporto ai lunghi mesi senza prodotti.