Inquinamento e consumo di suolo, il “no” di Dignano alla cava nella vicina Flaibano

Il parere contrario di Dignano alla nuova cava di Flaibano.

Legambiente Fvg ha incontrato il sindaco di Dignano, Vittorio Orlando, e l’assessora all’ambiente, Vanessa Orlando per fare il punto sul progetto di una mega cava sita in comune di Flaibano al confine con il territorio dignanese.

Il sindaco, illustrando il progetto, ha ribadito la contrarietà dell’amministrazione all’opera per il rilevante impatto sull’ambiente, sul consumo di suolo e sul sistema viario locale, considerando sia l’inquinamento dell’aria, le polveri, il rumore, il rischio di incidenti e l’usura delle infrastrutture stradali. Questa mega cava coinvolge 22 ettari di suolo agricolo per una cubatura totale di 2.300.000 metri cubi. L’opera si svilupperà su terreni agricoli sottoposti nel corso degli anni a interventi di riordino e di irrigazione a pioggia, come ha ricordato il sindaco, effettuati con soldi pubblici e che, fra l’altro, rientrano negli ambiti di ammodernamento irriguo recentemente finanziati dal Pnrr, fa notare Legambiente.

Nel corso dell’incontro si è discusso su quali possano essere le motivazioni per la realizzazione dell’opera che ripropone pari pari un progetto di 15 anni fa pensato in un contesto produttivo e culturale completamente diverso. Durante l’incontro è stata altresì rimarcata la ragionevole priorità di orientare eventuali attività di prelievo di inerti dall’asta del Tagliamento, anche a seguito della redazione del piano di gestione sostenibile dei sedimenti, attualmente mancante o a bacini artificiali che si stanno riempiendo (come Barcis), sottolineando come, ancora una volta, quasi tutti i materiali scavati andrebbero a finire fuori regione.

Legambiente chiede quindi alla Regione di procedere con trasparenza e pubblicità nell’iter valutativo di questa “assurda cava – come la definisce l’associazione ambientalista – e pare che sia intenzione degli uffici di utilizzare una norma che consente di “ripescare” la precedente autorizzazione, per quanto scaduta, per semplificare e accelerare il procedimento autorizzativo, vista anche la prossimità con il Sic dei “Prati di Coz” unico lembo residuo, nella sterminata landa maidicola del riordino di Flaibano, dell’antica prateria che caratterizzava quei luoghi. La “coltivazione” di grandi cave in terreni agricoli riordinati sono l’ultima delle opzioni. Anzi non sono una opzione”.

Legambiente ha espresso solidarietà al sindaco e si adopererà affinché l’opzione più semplice e dannosa non abbia a realizzarsi. In conclusione, il presidente di Legambiente, Sandro Cargnelutti, ha voluto rimarcare come in Regione riemergano sempre più spesso vecchi progetti di infrastrutture viarie, di cave (come questa di Flaibano), di discutibili opere irrigue, perfino di impianti sciistici immaginati nel secolo scorso. Un esempio, ha detto, di green deal al rovescio.