Un attacco hacker manda in tilt i sistemi della Eurolls di Attimis

L’azienda con sede ad Attimis ne aveva subito un altro mesi fa.

Secondo attacco hacker per Eurolls, l’azienda con quartier generale ad Attimis, e filiali in molti Paesi del mondo, e specializzata nella produzione di rulli in acciaio e carburo di tungsteno.

La recrudescenza degli attacchi informatici ha messo infatti, ancora una volta, sotto pressione Eurolls, che si è trovata ad affrontare due situazioni molto complesse. La prima accorsa in Italia qualche mese fa, e la seconda, solo recentemente, presso la filiale messicana. Anche in Messico Eurolls ha infatti subito un attacco informatico che ha mandato in tilt tutto il sistema, con profondi disagi.

“A dimostrazione – spiega Renato Railz, presidente di Eurolls, 149 dipendenti e 29 milioni di fatturato con sedi sussidiarie in Messico, Brasile e Cina – di come questa pandemia abbia esacerbato anche comportamenti colposi e dannosi per frodare magari il concorrente o semplicemente per creare problemi relativi al controllo informatico della produzione industriale. Contiamo che questo periodo, con tutte le sue conseguenze nefaste, possa concludersi nel più breve tempo possibile”.

Nel frattempo, si sta concludendo in queste ore l’installazione di un nuovissimo impianto per il trattamento termico, totalmente automatico e di grossissime dimensioni, nello stabilimento di Villa Santina di Eurolls. L’investimento è stato di 2 milioni di euro, che vanno a sommarsi ad altri 3 milioni, che portano a 5 milioni i denari investiti per aumentare e migliorare la capacità e la qualità produttiva di questo gioiellino friulano.

“Siamo pronti per ripartire – spiega Railz – gli investimenti sono serviti per renderci maggiormente competitivi sul mercato. Diciamo che abbiamo utilizzato questo tempo di pandemia per affinare, capire, e quindi introdurre tecnologie, impianti ed una organizzazione nuova. Sono stati mesi di riflessione, anche se non abbiamo mai smesso di lavorare. Non avendo però possibilità di viaggiare – prosegue –, ci è stato così concesso più tempo per valutare strategie del prossimo futuro. Ora servono stabilità e fiducia, anche e soprattutto di tipo economico. L’ambiente sociale e quindi lavorativo ha bisogno di certezze ora più che mai. Si assiste ad un aumento di nervosismo in generale, e rabbia sociale che, a mio avviso, sta andando verso una competitività non sana. Ma sfrenata”.