Carenza di personale e costi in rialzo, le criticità che vivono le cooperative del Fvg

L’analisi del movimento cooperativistico in Friuli Venezia Giulia.

Un’urgente e non più rinviabile modifica al codice dei contratti. È quanto chiede alla politica regionale e, tramite questa, al Parlamento la Lega delle cooperative del Friuli Venezia Giulia che nel corso del bilancio annuale ha ribadito oggi, 7 febbraio, a Udine, l’importanza della questione. “Il momento è ora – ha spiegato il presidente di Legacoop Fvg, Livio Nanino – visto che la legge delega sul codice dei contratti rientra nel pacchetto Pnrr ed è importante che tutte le categorie su questo tema siano compatte nell’affermare la necessità di un intervento”. Con gli oltre 220 mila soci delle cooperative associate a Legacoop Fvg un valore della produzione di quasi un miliardo e mezzo di euro, l’associazione rappresenta un osservatorio privilegiato sul movimento cooperativo e, di conseguenza, sull’andamento economico del territorio.

Aumento del costo del lavoro.

“Il non riconoscere un adeguamento del costo del lavoro, in caso di rinnovo del contratto nazionale di lavoro, alle imprese vincitrici di appalti pubblici – ha spiegato Nanino – provoca delle distorsioni di mercato evidenti, per non parlare del fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori“. Nel settore edile un decreto che riconosca l’aumento del costo delle materie prime che può avvenire in fase di contratto è già stato approvato dal Parlamento. La richiesta di Legacoop Fvg, insieme a quella dell’Aci, l’associazione delle cooperative italiane, è che lo stesso debba essere fatto sulle dinamiche del costo del lavoro che interessano settori molto più delicati come, ad esempio, welfare e servizi alla persona. In presenza di un appalto pluriennale, molte volte addirittura prorogato nella sua durata, l’impresa aggiudicataria dovrà inevitabilmente fare i conti con l’aumento del costo del lavoro che, di fatto, abbatte la marginalità di ricavo.

Tavolo per il Friuli.

Da tutto questo nasce il richiamo di Legacoop Fvg su un altro tema: l’annunciato, poi annullato e mai più convocato “Tavolo per il Friuli”, il tavolo costituito tra sindacati e associazioni di categoria, tra cui Legacoop Fvg, per il rilancio dell’economia friulana e che avrebbe dovuto elaborare un documento unitario da presentare alla Regione e al pubblico ad ottobre scorso. “Un tema purtroppo mancato – spiega ancora Nanino – a causa di tante responsabilità dovute, da un lato, a una Regione che evidentemente fatica a relazionarsi correttamente con il territorio, come accaduto con il Pnrr e altre scelte calate dall’alto e poco condivise e come sta accadendo ora per la Zona logistica semplificata, e che dall’altro certifica una fragilità e una non coesione del territorio udinese rispetto all’importanza di fare squadra. Avere un territorio forte e coeso sotto l’egida della Camera di Commercio, che per sua natura rappresenta tutta la vita economica, sarebbe stata una grande occasione e risulta quindi inspiegabile perché tutto si sia bloccato“.

La carenza di personale.

Altro tema scottante su cui Legacoop Fvg punta i riflettori è la carenza di personale. “Tutte le cooperative, a livello regionale e nazionale, ci stanno dicendo che c’è un serio problema su questo aspetto – rimarca il vicepresidente Paolo Felice –. Si assiste a una drammatica carenza non solo di personale educatori e infermieri, ma anche di personale generico per le cooperative di servizi, edili e in molti altri settori. Tutto quello che si è fatto negli anni passati sul tema delle minori entrate di lavoratori dall’estero lo misuriamo purtroppo oggi – continua –, perché non c’è più manodopera e ora, anche a causa dei blocchi agli spostamenti tra Paesi causati dalla pandemia questa emorragia si è resa ancora più evidente. La professione dell’autista non l’abbiamo persa perché è una professione pesante, ma perché in passato li abbiamo cercati nell’Est Europa perché costavano la metà. Il Covid e la minor circolazione delle persone hanno messo in luce questo aspetto”. Il risultato evidente è che certe professionalità non più formate in Italia stanno scomparendo.

Primi segnali di ripresa.

In conclusione, lo stato di salute del movimento cooperativo. Fatte tutte queste premesse, infatti, come sta il mondo della cooperazione in Friuli Venezia Giulia? “Notiamo i primi, seppur timidisegnali di ripresa – sintetizza Nanino –, in certi settori più che in altri. Alcuni, come ad esempio i servizi, sono riusciti a fatturare di più dell’anno precedente; altri settori, come cultura e turismo, invece, hanno faticato e faticano tutt’ora a riprendersi”. Per quanto riguarda la distribuzione alimentare, così come l’edilizia, hanno registrato un segno positivo, ma ora, si trovano a dover fare i conti con l’aumento del costo delle materie prime e dell’inflazione, oltre che della carenza di personale. “Come già detto – conclude Nanino – l’impegno di Legacoop per il 2022 sarà, tra gli altri, quello di affrontare il tema della manodopera, con la proposta di una revisione dei flussi migratori e della formazione”.