Faccetta Nera alla festa del sindaco di Faedis, l’Anpi segnala il caso in Questura

Il dj aveva trasmesso Faccetta Nera alla festa organizzata da Luca Balloch.

Le note della canzone fascista Faccetta Nera sono state trasmesse dal dj ad un evento organizzato dal neo eletto sindaco, Luca Balloch. Una notizia che ha fatto subito il giro del paese lasciando molti indignati e sorpresi.

Il primo cittadino, così come la giunta e la maggioranza, hanno preso immediatamente le distanze da quanto accaduto, ma la storia non è finita lì. Adesso, infatti, l’Anpi Udine vuole andare a fondo della questione e si è rivolta alla Questura.

“Abbiamo chiesto alla Questura di Udine di accertare se in ciò che è accaduto in piazza a Faedis durante l’evento organizzato dal Sindaco Luca Balloch, si ravvisino gli estremi del reato di apologia del fascismo previsto dall’articolo 4 della legge 645 del 20 giugno 1952 (legge Scelba). La norma prevede che chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista sia punito con la reclusione fino a due anni e con una multa”.

La denuncia dell’ ANPI alla Questura è stata fatta dopo aver avuto diverse segnalazioni da parte di cittadini ed iscritti all’associazione indignati per l’accaduto. Durante l’evento pubblico, infatti, è stato trasmesso, attraverso casse acustiche, il motivo fascista “Faccetta nera”. La presidente, Antonella Lestani, a nome del Comitato Provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Udine, esprime “una forte condanna politica ed etica per chi ha compiuto l’inaccettabile scelta di riproporre la canzone fascista che incita all’odio razziale, esaltando le criminali guerre coloniali che costituiscono una delle vergogne dell’Italia fascista. Nonostante la musica remixata, la versione diffusa sabato sera ha riproposto il testo con i suoi contenuti brutali di razzismo ed esaltazione della guerra”.

“Inaccettabile in una festa pubblica”.

“Non è accettabile che, nel contesto di una festa pubblica, peraltro indetta dallo stesso primo cittadino, ci si lasci andare a comportamenti che appaiono chiaramente elogiativi della dittatura fascista italiana – sottolinea l’Anpi -. Peraltro questo comportamento è tanto più grave perché avviene in una zona dove è stato grande il prezzo pagato da civili e partigiani impegnati duramente nella lotta contro i nazisti invasori ed i fascisti loro complici. Questa esibizione è una offesa non solo alla Costituzione nata dalla Resistenza, ma anche alle popolazioni che hanno subito per quasi due anni sulla loro pelle il dominio del Terzo Reich e l’abominio di paesi incendiati, della deportazione e delle stragi di civili”.

“Un’offesa a queste terre”.

L’Anpi ripercorre quindi i fatti storici che hanno coinvolto l’area: “Ricordiamo che in quelle terre la divisione unificata Garibaldi Osoppo “Natisone” liberò e difese nell’estate 1944 un territorio di circa 70 kmq, che comprendeva proprio i comuni di Attimis, Nimis, Faedis, Lusevera, Taipana e Torreano di Cividale, con 20.000 abitanti, dando così origine all’esperienza della Zona Libera del Friuli Orientale. Qui si crearono i Comitati di Liberazione Nazionale che prepararono presto le elezioni delle giunte comunali; esse si svolsero a Nimis e ad Attimis con grande partecipazione popolare”.

“Ma si scatenò repentina una vasta offensiva tedesca che soffocò con una violenza demoniaca quei giorni di libertà – continua l’Associazione -. Faedis, infatti, subì così un potente bombardamento di artiglieria, il 27 settembre e la popolazione terrorizzata scappò nelle campagne. Le truppe in rastrellamento entrarono in paese, ma vennero ricacciate dalle forze partigiane. Il giorno seguente i tedeschi tornarono in forze e rastrellarono il centro abitato e le frazioni circostanti. Molti vennero arrestati, alcuni furono rilasciati, altri deportati. Le SS si diedero poi al saccheggio e il paese venne dato alle fiamme; 5 uomini vennero fucilati mentre tentavano di impedire che le loro case venissero incendiate. Poi a Faedis arrivarono i cosacchi e si susseguirono nei giorni seguenti violenze, ruberie e devastazioni. Questi sono i fatti storici che le cittadine e i cittadini di Faedis, con le loro istituzioni e con l’ANPI, commemorano ogni anno nel mese di settembre”.