La norma per sindaci e volontari di Protezione Civile dopo il caso Preone.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge che ridefinisce la responsabilità penale di sindaci, funzionari e volontari impegnati nelle attività di Protezione Civile. La norma, attesa soprattutto dopo il caso Preone, intende tutelare chi opera in situazioni di emergenza senza compromettere la sicurezza dei cittadini.
Il provvedimento interviene sul Codice penale introducendo il principio di punibilità “solo per colpa grave” per chi gestisce incendi, alluvioni o altre calamità, garantendo così ai volontari di Protezione Civile la possibilità di operare in contesti difficili senza rischiare conseguenze penali per errori lievi compiuti nell’urgenza dell’azione.
Il ddl, ora all’esame delle Camere con procedura d’urgenza, è stato costruito anche sulle istanze del Friuli Venezia Giulia, regione che da tempo chiedeva chiarimenti sul ruolo dei volontari e degli amministratori locali in attività di emergenza dopo il rinvio a giudizio per omicidio colposo del sindaco di Preone e del coordinatore della protezione civile del paese, in relazione alla morte volontario della Protezione civile Giuseppe De Paoli.
Il ministro Nello Musumeci ha sottolineato che “non si tratta di uno scudo penale“, ma di una cornice normativa che bilancia responsabilità e tempestività degli interventi. La legge definisce con chiarezza il regime di responsabilità, distinguendo tra colpa grave e condotte accidentali, e stabilendo che nell’accertamento dei reati si terrà conto della disponibilità di mezzi, personale e delle condizioni critiche in cui operano i volontari di Protezione Civile.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha ricordato che il provvedimento nasce dalla necessità di tutelare la Protezione Civile, eccellenza del Friuli Venezia Giulia, e garantire una pronta risposta alle emergenze senza paralizzare l’azione dei volontari con rischi penali sproporzionati.
Tra le altre novità, il ddl prevede l’istituzione di una sezione speciale nella contrattazione collettiva nazionale per definire in modo chiaro il ruolo dei volontari di Protezione Civile, separandoli dai dipendenti pubblici tradizionali. L’obiettivo è dare loro strumenti giuridici adeguati e una tutela concreta, senza limitare l’efficacia degli interventi.




