Dalle fabbriche ai cantieri, in Friuli Venezia Giulia è emergenza caldo

L’emergenza caldo sul lavoro in Friuli Venezia Giulia.

E’ emergenza caldo sul lavoro in Friuli Venezia Giulia: fabbriche e cantieri si trasformano in fornaci e il sindacato Fim Cisl Fvg lancia l’allarme. Con temperature sopra la media stagionale e record climatici in continuo aggiornamento, si aggrava la condizione di migliaia di lavoratori esposti ogni giorno al caldo torrido. “Servono misure urgenti e strutturali per proteggere la salute delle persone”, chiede il segretario generale della Fim Cisl regionale, Pasquale Stasio.

La situazione è critica soprattutto nelle fabbriche metalmeccaniche, dove – riferisce il sindacato – le temperature interne sono salite rapidamente, mettendo a dura prova gli operai. In alcune aziende, si sono adottati correttivi temporanei: spostamento dei turni, pause aggiuntive, aree rinfrescate, distribuzione di acqua e ventilazione forzata. Ma non in tutte le imprese è così.

Condizioni estreme anche nei cantieri

Il problema non riguarda solo l’industria. Nei cantieri all’aperto del Friuli Venezia Giulia, il sole e le alte temperature rendono le attività fisicamente rischiose. “Non tutte le imprese mostrano attenzione alla sicurezza – afferma Stasio – e spesso ci troviamo a intervenire solo quando l’emergenza è già in corso. Serve una strategia condivisa con istituzioni e aziende, non più soluzioni tampone”.

Proprio per affrontare l’ondata di calore, la Fim Cisl ha diffuso ai propri delegati la guida “Lavorare al caldo”, con indicazioni pratiche su come riconoscere i sintomi da stress termico e prevenire i rischi nei luoghi di lavoro. Una risposta concreta, ma che da sola non basta.

Dal Veneto un esempio concreto

Se in Friuli Venezia Giulia si attende ancora un provvedimento istituzionale, dal Veneto è già arrivata una prima risposta: il presidente della Regione, Luca Zaia, ha firmato un decreto che recepisce le linee guida nazionali per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare.

Il documento invita i datori di lavoro a sospendere o limitare le attività nelle ore più calde, prevedere rotazioni, garantire una corretta idratazione, sorveglianza sanitaria, protezioni individuali e utilizzo di indici scientifici come il WBGT e il PHS per valutare i rischi in tempo reale. Misure che la Fim Cisl chiede vengano adottate anche in Friuli Venezia Giulia, con il coinvolgimento di Regione, imprese e parti sociali.

Dati climatici da record

Il contesto è reso ancora più allarmante dai dati climatici diffusi dall’ARPA Fvg: a giugno si è registrata una temperatura dell’aria superiore alla media trentennale di 2,9 gradi in pianura e 2,3 a Trieste. Anche il livello dello “zero termico” ha toccato un nuovo massimo: 5.270 metri secondo il radiosondaggio di Rivolto, battendo il record precedente del 2017 (4.980 metri).

E non va meglio altrove. In Cina si sono superati i 47 gradi, in Siberia si sono sfiorati i 40, e la Grecia è di nuovo alle prese con gli incendi. Secondo i ricercatori, la Terra trattiene molto più calore di quanto previsto dai modelli climatici. Ma mentre l’Europa fatica a coordinare una risposta, l’attenzione politica sembra spostarsi su altre priorità: aumento delle spese militari e ritardi nelle politiche green.

Fim Cisl: “Non c’è più tempo da perdere”

In attesa che anche il Friuli Venezia Giulia si doti di un piano caldo regionale, la Fim Cisl rinnova l’appello: “Non possiamo più affrontare queste situazioni come eccezioni – conclude Stasio –. Il cambiamento climatico è qui, e i lavoratori sono in prima linea. Servono risorse, regole e responsabilità condivise. La salute nei luoghi di lavoro non può essere sacrificata ogni estate”.

Nel frattempo, le previsioni parlano chiaro: il caldo continuerà almeno fino al 5 luglio, quando è attesa una temporanea rinfrescata. Ma la tregua sarà breve. L’estate è solo all’inizio. E per i lavoratori del Friuli Venezia Giulia, è già un’emergenza.