Il mare è troppo caldo, in Fvg i coralli sbiancano: ecco cosa significa

Foto di Saul Ciriaco

I coralli stanno diventano bianchi.

La temperatura del mare è troppo alta e a risentirne sono diverse specie, tra cui quella dei coralli che, anche in Fvg, stanno perdendo colore e diventando bianchi. Non è un buon segno: si tratta di un processo distruttivo che può portare alla loro morte.

A lanciare l’allarme sono gli esperti dell’Area Marina protetta di Miramare che ha osservato il fenomeno sulla principale specie coralligena e unico corallo duro del Golfo di Trieste, la madrepora a cuscino (Cladocora caespitosa).

“I censimenti svolti in questi giorni dai nostri ricercatori – cita la nota dell’Amp gestita dal WWF -, hanno evidenziato una situazione ormai drammatica: circa il 70% delle colonie censite a Miramare è vittima di sbiancamento (coral bleaching) parziale o totale, un fenomeno che la letteratura scientifica addebita al riscaldamento del mare effetto della crisi climatica e alle sempre più frequenti ondate di calore”.

In sofferenza.

Ma cosa significa esattamente questo sbiancamento? “Come tutti i coralli, la madrepora a cuscino, specie endemica del Mediterraneo, è formata da colonie di polipi che formano caratteristici “cespugli” semisferici – spiega l’Amp -: le colonie possono essere solitarie oppure aggregarsi in vere e proprie distese di cuscinetti (“letti”) o costruire barriere coralligene che possono raggiungere il metro di altezza. Lo sbiancamento è l’effetto della morte delle zooxantelle, le alghe unicellulari che vivono in simbiosi con il corallo e che ne determinano i colori vivaci (giallo-arancio nel caso della madrepora)”.

“Costantemente monitorate proprio per la loro nota vulnerabilità all’innalzamento della temperatura del mare, a Miramare le colonie di Cladocora caespitosa versano oggi in grave sofferenza: circa 3 su 4 sono già completamente bianche o si stanno progressivamente sbiancando, come mostrano le foto scattate in questi giorni dai ricercatori della Riserva marina”.

Mare caldo.

Secondo quanto riporta la nota, diversi studi nel Mediterraneo hanno dimostrato una stretta relazione tra il numero di giorni in cui la temperatura dell’acqua di mare ha superato i 28°C e gli anni in cui si sono verificati gli episodi più gravi di sbiancamento dei coralli. “In questi giorni la temperatura del mare ha raggiunto i 26-27° al fondo – sottolineano all’Area Protetta Marina -, considerati il limite soglia per lo scatenarsi dei fenomeni di bleaching”.

Il fenomeno rimane quindi sotto osservazione: “C’è una speranza per la sopravvivenza di questa specie: lo sbiancamento della madrepora, infatti, non porta automaticamente alla necrosi dei tessuti e poi alla morte della colonia. Studi effettuati su alcune colonie apparentemente morte a seguito degli eccessi di calore, hanno evidenziato che i polipi si erano semplicemente “ritirati” in profondità nello scheletro dei coralli, per poi riprendersi e ridare vita alla colonia, dimostrando una peculiare resilienza e adattamento della specie agli stress termici”.

“Per questo motivo, oltre a monitorare mensilmente lo stato degli esemplari presenti in Riserva (al momento diverse centinaia), i ricercatori di Miramare hanno iniziato a “taggare” le colonie completamente o parzialmente sbiancate, in modo da potere seguire nei prossimi mesi e anni l’evoluzione del processo di bleaching e verificare una possibile e auspicabile ripresa delle colonie. Di certo c’è, che se non si adotteranno misure serie contro l’ulteriore immissione di gas serra nell’atmosfera – è la conclusione -, ben poco potrà la capacità naturale delle madrepore di “autorigenerarsi” contro l’intensificarsi delle ondate di calore e l’aumento graduale della temperatura del mare”.