L’arrivo dei profughi in Friuli e l’allarme per una nuova impennata dei contagi

La pandemia e l’emergenza profughi in Friuli.

Oltre mille arrivi al giorno. Ad ogni ora. Autobus, auto e minivan che passano attraverso il confine di Tarvisio e di Fernetti. Un flusso continuo di persone in fuga dalla guerra dell’Ucraina che sperano di ritrovare finalmente la serenità. Ad accoglierli, alla frontiera, dopo i controlli di rito della polizia, anche i volontari della Protezione civile, pronti a fornire i primi generi di conforto, come acqua o coperte calde. La maggior parte dei profughi arrivati, in questi giorni, ha proseguito il suo viaggio per essere accolta da amici o altri familiari già presenti in Italia. Ma in queste ore sono iniziate anche le prime accoglienze delle famiglie ucraine in Friuli.

E mentre la macchina della solidarietà marcia spedita emerge un nuovo problema. Quello della pandemia, del rischio della ripresa dei contagi, dei green pass spesso mancanti da chi arriva oltre confine e che potrebbe rappresentare un limite per i tanti ucraini arrivati. La prefettura è già al lavoro per risolvere il problema e insieme all’Asufc sta organizzando un punto triage per fare i tamponi a tutti i profughi. Tra le ipotesi a cui si sta lavorando c’è anche quella di creare un hub vaccinale riservato alle famiglie giunte sui bus. Stando ai dati diffusi dal ministero ucraino solo il 30 per cento della popolazione era, infatti, immunizzato.