Bocciati i respingimenti dei migranti tra Fvg e Slovenia: sono illegittimi. La sentenza condanna il ministero

La sentenza sui migranti respinti al confine tra Fvg e Slovenia.

I respingimenti voluti dal ministero dell’Interno italiano e praticati con sempre maggiore intensità al confine con la Slovenia sono illegittimi: violano obblighi costituzionali e del diritto internazionale. Inoltre, hanno esposto consapevolmente i migranti in transito lungo la rotta balcanica, inclusi i richiedenti asilo, a trattamenti inumani e degradanti oltreché a vere e proprie torture inflitte dalle polizie degli altri Paesi”.

Lo rimarca in una nota il consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), aggiungendo che “questo è quanto si legge nell’ordinanza del Tribunale di Roma che ha condannato il ministero dell’Interno. Finalmente, la Giustizia inizia a fare il suo corso e queste grida d’aiuto non rimangono inascoltate”. “Non ci si può più voltare dall’altra parte: la situazione drammatica che vivono queste persone – sottolinea Honsell – è conosciuta da tempo e sono noti i dossier che testimoniano le spregevoli violenze che sono costretti a subire i richiedenti asilo nel momento in cui vengono respinti al confine italiano, pur avendolo varcato”.

Lo stesso esponente di Open Fvg ricorda che “io stesso ho depositato una mozione che chiede alla Giunta regionale Fvg un opportuno e celere intervento, attraverso un confronto con il Governo italiano e i competenti ministri, al fine di verificare la possibilità di procedere a una sospensione di queste pratiche”. “La sentenza del Tribunale di Roma conferma che, al di là delle ipocrisie, il nostro Paese è complice di quelle violenze e tutto ciò non può essere accettato. Mi auguro – conclude Honsell – che la sentenza sia il punto di partenza per sospendere queste tipologie di respingimento dei richiedenti asilo”.

La sentenza del tribunale di Roma nasce da un caso che si era verificato a Trieste. Il tribunale ordinario della Capitale, infatti, ha accolto il ricorso delle avvocatesse Caterina Bove e Anna Brambilla (del foro di Trieste e Milano) per la tutela di un richiedente asilo originario del Pakistan e respinto in Italia dall’Italia nell’estate 2020, dopo essere giunto a Trieste. Dopo la decisione, l’uomo si era ritrovato a vivere di stenti a Sarajevo. La “prassi governativa” delle riammissioni informali, anche secondo quanto aveva già denunciato il consigliere Honsell, sottoporrebbe i migranti della cosiddetta “rotta balcanica” a torture e trattamenti inumani. Con la sentenza del foro romano si volta pagina.