Transizione green a rischio: in Fvg mancano i lavoratori specializzati

Transizione green difficile per la carenza di competenze specifiche in Fvg.

La transizione green delle imprese italiane rischia di rallentare a causa della carenza di personale qualificato. Secondo l’analisi di Confartigianato, nel 2024 le aziende italiane non sono riuscite a reperire oltre 2,2 milioni di lavoratori con competenze “verdi”, ossia figure professionali in grado di operare in settori legati al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale.

La situazione in Friuli Venezia Giulia.

In Friuli Venezia Giulia, la situazione è tra le più critiche del Paese: il 56,6% delle figure richieste dalle imprese non è stato trovato sul mercato del lavoro, un dato superiore alla media nazionale del 49,4% e terzo più alto in Italia dopo Trentino Alto Adige e Umbria. La provincia di Pordenone e quella di Udine rientrano tra le dieci con il più alto tasso di irreperibilità di lavoratori green, insieme a Trento, Cuneo, Bolzano e Perugia, con percentuali superiori al 57%.

La carenza di competenze è particolarmente evidente nelle micro e piccole imprese e nel settore artigiano. Lo scorso anno, le piccole aziende del Friuli Venezia Giulia hanno segnalato la difficoltà di reperire il 65,4% dei lavoratori green necessari (il dato più alto in Italia). Nelle imprese artigiane, la mancanza di personale qualificato ha riguardato il 62,9% dei profili richiesti.

Senza competenze green, a rischio la transizione ecologica.

Secondo Marco Granelli, Presidente di Confartigianato, la situazione rappresenta un rischio concreto per la transizione ecologica: “Il rischio è di avere una transizione verde senza lavoratori green. Stiamo lasciando scoperti centinaia di migliaia di posti di lavoro che rappresentano un’opportunità straordinaria per i giovani e per la competitività del nostro Paese. La sostenibilità non è solo una scelta etica, ma un’opzione strategica di crescita economica, che oggi viene frenata dalla carenza di competenze”.

Granelli ha sottolineato l’urgenza di creare un’alleanza stabile tra scuole, formazione tecnica e mondo del lavoro: “Serve una riforma della formazione tecnica e professionale che metta l’ambiente e l’efficienza energetica al centro dei programmi scolastici, rafforzando i percorsi di istruzione duale e di apprendistato”.

L’appello di Confartigianato riguarda anche le politiche attive per il lavoro, con incentivi mirati all’assunzione di giovani formati su efficienza energetica, energie rinnovabili, edilizia sostenibile, gestione dei rifiuti e digitalizzazione dei processi produttivi. “Le imprese artigiane sono pronte alla sfida green – conclude Granelli – ma non possiamo permetterci che le buone intenzioni si scontrino con la realtà di un capitale umano non preparato. È in gioco la sostenibilità del nostro futuro, economico e ambientale”.