La nuova norma sulla Protezione civile Passa al Senato: a gennaio tocca alla Camera.
Il Senato ha approvato il primo via libera alla norma sulla Protezione civile, che esclude la responsabilità penale per i coordinatori e i legali rappresentanti delle organizzazioni di volontariato, compresi i sindaci, in caso di incidenti durante le attività operative. Ora la palla passa alla Camera: se l’approvazione arriverà entro gennaio, la norma diventerà legge.
Una modifica normativa che ha radici concrete e drammatiche, come nel caso del sindaco di Preone, Andrea Martinis, e del coordinatore della Protezione civile locale, Renato Valent, attualmente imputati per omicidio colposo in seguito alla morte di Giuseppe de Paoli. I due saranno in aula oggi per una nuova udienza, ma proprio il loro caso ha acceso i riflettori su un vuoto normativo che rischiava di trasformare l’impegno volontario in un potenziale terreno giudiziario.
Una norma per proteggere chi soccorre
Con il nuovo testo, i rappresentanti della Protezione civile non saranno più equiparati ai datori di lavoro e non incorreranno più in sanzioni penali, ma esclusivamente amministrative, in caso di violazioni sugli obblighi di sicurezza. Tra questi, rimangono in capo ai responsabili la formazione e la fornitura dei dispositivi di protezione, ma le eventuali mancanze non avranno più le pesanti conseguenze penali che fino ad oggi gravavano sugli amministratori locali e sui coordinatori.
Un passaggio che restituisce la serenità operativa a un sistema fondamentale
“Esprimiamo grande soddisfazione per l’approvazione della norma che chiarisce in modo definitivo lo status dei volontari di Protezione civile, dei coordinatori e dei legali rappresentanti, escludendo l’equiparazione al datore di lavoro. Si tratta di un passaggio atteso da tempo, che restituisce serenità operativa a un sistema fondamentale soprattutto per i piccoli Comuni”, dichiara il sindaco di Ruda e coordinatore regionale ANCI per i piccoli Comuni, Franco Lenarduzzi.
“Nei territori più fragili e periferici – spiega Lenarduzzi – la Protezione civile rappresenta spesso l’unica risposta immediata ed efficace alle emergenze. L’incertezza normativa e il rischio di responsabilità sproporzionate avevano finito per scoraggiare l’impegno di volontari e amministratori locali, mettendo in difficoltà i sindaci, che sono il primo presidio di protezione delle comunità”.
Per il sindaco friulano “questa norma consente finalmente di riprendere le attività senza il timore di conseguenze non coerenti con il servizio svolto, valorizzando l’enorme funzione civica dei volontari e il ruolo di coordinamento degli enti locali. È un risultato importante, che va nella direzione del buon senso e del rispetto delle autonomie locali, e sul quale ANCI continuerà a mantenere alta l’attenzione affinché trovi piena e corretta applicazione”.
L’attesa per il voto finale
Entro gennaio è atteso l’esame definitivo alla Camera. Se confermata, la norma rappresenterà una svolta per il mondo del volontariato italiano, in particolare per la Protezione civile, da sempre colonna portante nella gestione delle emergenze. Un atto che restituisce serenità e sicurezza giuridica a chi, spesso a titolo gratuito, si prende cura del bene comune.




