Violenza di genere, appello della Procura agli psicologi: “Aiutateci a sostenere le vittime”

L’appello della Procura agli psicologi per il sostegno alle vittime di violenza di genere.

La lotta contro la violenza di genere, familiare e sessuale ha bisogno di più forze in campo, e in particolare di una presenza costante e qualificata di psicologi. È quanto emerge dall’appello lanciato nei giorni scorsi da Claudia Danelon, Procuratore Aggiunto della Procura di Udine e coordinatrice del gruppo di lavoro che si occupa delle delicate materie legate al Codice Rosso.

“I dati statistici dimostrano purtroppo una tendenza all’aumento dei procedimenti penali relativi alla violenza, e la necessità di una sempre maggiore professionalità in questo settore – ha spiegato Danelon in una lettera inviata all’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia, in cui si chiede un ampliamento della collaborazione con la Procura nella fase delle indagini preliminari, in particolare per le denunce e le sommarie informazioni rese da minori o persone vulnerabili.

Attualmente esiste una convenzione tra la Procura e l’ASUFC di Udine che garantisce la reperibilità di alcuni psicologi specializzati, i quali hanno già contribuito a un prezioso lavoro congiunto con forze dell’ordine e magistratura. Tuttavia, secondo Danelon, non basta più: “Sarebbe molto importante poter fare affidamento su ulteriori professionisti che abbiano il piacere e la disponibilità di approfondire questo ambito specifico, diventando ausiliari di polizia giudiziaria”.

Parallelamente è in corso anche l’aggiornamento del Protocollo generale sulla violenza, promosso dalla Prefettura di Udine e condiviso da tutti i principali attori istituzionali: Tribunale, Procura, ASUFC, Questura, Arma dei Carabinieri, servizi sociali e lo stesso Ordine degli Psicologi.

A raccogliere con convinzione l’invito è Eva Pascoli, presidente dell’Ordine regionale degli Psicologi: “Di fronte a questa apprezzata richiesta di collaborazione, è importante che ci sia una risposta forte da parte della nostra categoria“, ha dichiarato.

Pascoli parla anche in qualità di psicologa già attiva nel progetto aziendale Codice Rosso: “Pensavo sarei stata in difficoltà. Invece solo vivendola ho colto la ricchezza di questa esperienza e quanto possa restituire anche a noi professionisti in termini di consapevolezza. Spesso si pensa che non lavorando direttamente con la violenza, queste situazioni non ci riguardino. Ma non è così: possiamo incontrarle ovunque — nelle scuole, nei servizi, nello studio privato — e dobbiamo saper rispondere con adeguatezza”.

Un aspetto fondamentale, ha sottolineato Pascoli, è anche conoscere da vicino l’iter giudiziario, saper affrontare le proprie resistenze e sviluppare un linguaggio comune tra operatori e magistratura: “Essere davvero di supporto alle vittime significa anche comprendere il funzionamento della giustizia, le dinamiche delle segnalazioni, e come queste vengano poi prese in carico”.

Infine, un auspicio: “Serve più formazione, più dialogo tra psicologi e istituzioni, e un impegno collettivo per una presa in carico realmente integrata, funzionale ed efficace. Solo così potremo garantire alle vittime l’ascolto, la comprensione e la competenza che legittimamente si aspettano da noi”.