L’Azienda sanitaria parla in friulano, ora il sito è anche in marilenghe

Il sito dell’Azienda Sanitaria Friuli Centrale anche in friulano.

La sanità del Friuli parla in marilenghe: il sito dell’Asufc, infatti, ora è disponibile anche nella lingua del territorio, oltre che in italiano, sloveno e tedesco. Un’operazione voluta non solo come valorizzazione dell’identità, ma anche per raggiungere una più ampia platea di utenti, in particolare gli anziani.

“Sono valori fondanti quelli che vogliamo comunicare con questa nuova iniziativa che vede coinvolta la Regione, l’Agenzia regionale per la lingua friulana, l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale e l’Associazione donatori midollo osseo del Friuli Venezia Giulia – ha detto il vicegovernatore del Fvg con delega alla salute, Riccardo Riccardi -: il poter raggiungere tutti, anche attraverso la lingua friulana nei buoni percorsi di salute e il dono, con le sue importanti connotazioni, dell’essere gratuito e anonimo”.

Alla presentazione della versione friulana del sito, in occasione della quale è stato anche proiettato un video promosso dall’Admo Fvg, sono intervenuti anche l’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, il direttore generale dell’AsuFc, Denis Caporale, il presidente dell’Agenzia regionale per la lingua friulana (Arlef) Eros Cisilino e la presidente di Admo Fvg Paola Rugo.

“È importante sottolineare – ha detto Riccardi – che anche attraverso la tutela e la promozione della lingua friulana, riconosciuta con rango costituzionale, difendiamo l’autonomia speciale della nostra Regione. È un tema di cui si sta discutendo molto in questi giorni in Italia, anche con la recente norma sull’autonomia differenziata approvata dal Governo. L’autonomia speciale di cui gode il Friuli Venezia Giulia va custodita gelosamente”.

“Con questa iniziativa riusciremo a raggiungere un elevato numero di utenti comunicando informazioni e contenuti importanti, specialmente per la fascia meno giovane, che ha più dimestichezza a parlare in una lingua familiare quale può essere, appunto, quella friulana rispetto all’italiano – ha detto Roberti -. L’obiettivo è, in senso generale, quello di fare capire e far comprendere un messaggio di fondo che riteniamo fondamentale: quello che il friulano e le lingue minoritarie tutte non sono lingue che vanno parlate soltanto in alcuni contesti, ed evitate
in altri; devono essere utilizzate in tutti i contesti, ovvero familiari, amicali, lavorativi e anche nel confronto con le istituzioni. Solo in questo modo, riusciremo a salvare una lingua e a promuoverla, a farla sviluppare e crescere ancora di più, preservando di conseguenza le origini. Il secondo obiettivo è quello di salvare la nostra autonomia perché grazie alla presenza di tre lingue minoritarie ufficialmente riconosciute sul nostro territorio avremo un’arma in più per difendere sempre e in ogni caso la nostra autonomia, la nostra specialità, e quindi anche le capacità che abbiamo, tanto economiche quanto di competenza”.