Su Udine svetta la bandiera del Friuli, l’emozione per la Festa della Patria

Foto di Luca Laureati

A Udine si festeggia il giorno della Patrie dal Friul.

Non soltanto Friuli Doc. Udine, oggi, ha avuto un altro motivo per unirsi e celebrare un momento importante. L’occasione è data dalla Fieste de Patrie dal Friûl che, dopo lo stop della pandemia, è potuta tornare in presenza dopo l’edizione virtuale dello scorso anno.

Un momento di identità, sebbene in una data diversa da quella consueta. Il 3 Aprile 1077 ha decretato infatti la nascita dello Stato Patriarcale friulano, l’istituzione che ha riunito fino al XV secolo il Friuli e molti altri territori in un unico organismo statuale, che per l’epoca raggiunse forme di organizzazione civile molto avanzate. Quest’anno, viste le restrizioni ancora in vigore ai primi di aprile, è stato deciso di rinviare a settembre la Fieste e così è stato.

La cerimonia odierna è stata organizzata dal Comune di Udine, con il sostegno della Regione Fvg, dell’Arlef e con la collaborazione dell’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean”. Alle 9.45 si è partiti con l’esibizione della bandiera del Friuli sulla specola del Castello di Udine e poi, dopo l’omaggio al vessillo esposto nel Museo del Duomo da parte delle autorità e la messa in friulano dei delegati delle diocesi di Gorizia, Pordenone e Udine, poco prima di mezzogiorno c’è la cerimonia civile. Sul terrapieno di Piazza Libertà, il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, riceve la bandiera del Friuli da un delegato di Gorizia, che ha ospitato la festa nell’ultima edizione del 2019. Un altro intenso momento di emozione è la lettura della Bolla dell’Imperatore Enrico IV, l’atto fondativo della Patria del Friuli.

“Benvenuti nella capitale del Friuli – ha detto, utilizzando la marilenghe, il sindaco Fontanini aprendo i lavori – per questa festa importante per la nostra storia e la nostra identità. La bandiera sul Castello è storica e antica, i friulani la amano non soltanto qui, ma in tutto il mondo”. Un simbolo che racconta la storia di ieri ma che proietta al domani.

Eros Cisilino, presidente dell’Arlef, ha ricordato come quella del Friuli sia “una storia da conoscere e insegnare, sulle orme di pre Checo Placereani, e un’identità culturale da trasmettere, nelle aule dell’Università ma anche a teatro”. Il presidente del consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha evidenziato come la marilenghe sia “una lingua da tutelare continuando la battaglia per il telegiornale in friulano, dopo aver ottenuto dalla Rai le prime 30 ore di programmazione televisiva”. Alla cerimonia ha preso parte anche l’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli.