Green pass obbligatorio per andare a lavoro in Fvg, le ultime novità nel decreto

L’obbligo del green pass in Friuli.

Il green pass sarà obbligatorio fino al 31 dicembre 2021 per tutti i lavoratori. Con la firma del decreto da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella si avvia, quindi, una nuova fase per il certificato verde, con alcune modifiche importanti rispetto a quelle che erano state, però, preannunciate nei giorni scorsi. Ai dipendenti pubblici e privati che non hanno il green pass verrà bloccato lo stipendio, ma non saranno sospeso dal lavoro. Ecco quindi come cambierà la situazione in Friuli Venezia Giulia dal 15 ottobre, data in cui il decreto entrerà in vigore.

I lavoratori.

Il green pass e i relativi controlli di verifica devono essere effettuati per l’accesso in tutti i locali dell’azienda e su tutti i lavoratori. Per questo motivo sia tirocinanti che i dipendenti di un’azienda che svolge lavori in appalto hanno l’obbligatorietà di esibire il certificato verde.

Le sanzioni.

Uno dei punti che desta più preoccupazione è proprio questo. Se il dipendente è sprovvisto di green pass o è scaduto, non c’è la sospensione del lavoro. Durante il periodo, però, il lavoratore non ha diritto alla retribuzione o a qualsiasi altro tipo di compenso. Se il lavoratore non ha il certificato verde, viene considerato assente ingiustificato e non rischia conseguenze disciplinare e neanche il licenziamento. Saltata quindi la decisione di sospendere il lavoro dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata.

A pagare sarà il datore di lavoro in caso di mancata verifica o applicazione delle misure di controllo: si parla di una sanzione da 400 a 1.000 euro, che in caso di reiterata violazione sarà raddoppiata. È lo stesso Prefetto a stabilire le multe e a fare i dovuti controlli tramite le forze dell’ordine, le aziende sanitarie locali e l’ispettorato del lavoro.

Le verifiche.

Tutti i controlli del green pass vengono eseguiti tramite l’app Verifica C19 o, nel caso degli uffici pubblici, da una piattaforma creata ad hoc da Sogei, la società controllata dal ministero dell’Economia. Le verifiche saranno effettuate dal datore di lavoro o da un suo delegato e saranno simili al semaforo delle scuole. I dati anagrafici dei singoli dipendenti inseriti nella nuova applicazione verranno incrociati con quelli sanitari. Coloro che hanno il Green pass avranno un bollino verde e potranno entrare, coloro che non sono in regola saranno segnalati con un bollino rosso. Le verifiche potranno essere fatte anche dopo l’ingresso nel posto di lavoro e a campione.

Per quanto riguarda l’obbligo del certificato verde nelle mense aziendali, si può fare una piccola chiarezza. Ad occuparsi dei controlli in questo caso, sarà il datore di lavoro se fornisce in modo diretto il servizio di ristorazione, l’azienda incaricata se gestisce l’attività.

Il green pass non è obbligatorio per quelle fasce escluse dalla campagna vaccinale e da coloro che sono esenti sulla base di idonea certificazione medica. Cosa succede se il lavoratore non ha intenzione di somministrarsi il vaccino? Il lavoratore che non si è vaccinato deve dimostrare di aver effettuato il tampone con esito negativo.

Certificato verde.

Come risaputo, quattro sono le modalità attraverso cui poter ottenere il green pass. Al termine del ciclo vaccinale, dopo la prima dose di vaccino, in caso di guarigione da Covid-19 e se viene effettuato un test antigienico rapido o molecolare che riporti esito negativo al virus.

Il certificato vede ha diverse scadenze, in base alla modalità tramite la quale si ottiene. Finito il ciclo completo di vaccini, la validità è di 12 mesi, mentre se si presenta il caso di guarigione dal virus, il green pass è valido per 6 mesi. 48 ore, invece, se ottenuto tramite test.

Smart working.

Nessuna più incognita invece, per quanto riguarda la pubblica amministrazione, il lavoro a distanza e la necessità del certificato verde. Il dubbio era se anche per coloro che lavorano a distanza è previsto l’obbligo del green pass. Tutti i dipendenti pubblici dovranno avere il certificato verde, perché nessuno lavora più in smart working in modo totale. Per i dipendenti, invece, che lavorano da remoto non sarà necessario.