Il Recovery fund spacca anche il Fvg. Domani la discussione in Regione

In consiglio regionale i piani Fvg per il Recovery fund.

Il consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia si prepara a discutere le proposte per utilizzare i fondi del Recovery fund. Lo farà a partire da domani, quando in aula sarà presentata una mozione bipartisan con proposte e idee per il territorio del Fvg. Sarà avviato un tavolo con i capigruppo, i presidenti di commissione, gli stakeholder e tutti i soggetti che potranno offrire un contributo al percorso. Ne va del futuro della regione, visto che si tratta dello strumento messo a disposizione dall’Ue per rilanciare l’economia dopo la pandemia da coronavirus.

Oggi, l’assessore regionale al Patrimonio, Sebastiano Callari, ha già anticipato una delle possibili idee per utilizzare i fondi europei. “Con il Recovery Fund possiamo ottenere i 150 milioni di euro necessari per recuperare un’area importante del Porto vecchio di Trieste. Un progetto di sviluppo per la città e per tutto il Friuli Venezia Giulia” ha spiegato. A gestire l’area rinnovata, che si estende su una superficie di 617 mila metri quadrati, sarebbe un consorzio di cui faranno parte la Regione, il Comune e l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale.

“Si tratta di un grande piano di rigenerazione urbana attraverso il recupero edilizio e la riqualificazione di un’area del Porto vecchio in abbandono da parecchi decenni – ha detto Callari -. Nei due magazzini rimodernati, che potranno ospitare circa 800 persone, saranno collocati tutti gli uffici della Regione che adesso sono sparsi in modo irrazionale in diverse zone di Trieste – ricorda Callari -. I cittadini, che avranno bisogno di accedere ai servizi erogati dal nostro ente, così potranno avere finalmente un’unica sede di riferimento e la pubblica amministrazione farà un decisivo passo in avanti nella direzione dell’innovazione e del maggior efficientamento”.

Un’ipotesi, però, che non convince tutti. Non Massimo Moretuzzo, capogruppo in consiglio regionale del Patto per l’Autonomia: “Se l’idea di modello di sviluppo è costruire edifici pubblici per ospitare edifici regionali non ci pare rispondente alle idee dell’Europa, che vede il Recovery fund come moltiplicatore delle risorse attivate – sottolinea -. È un bene che Porto Vecchio ci sia, questo è chiaro, ma è necessario un piano organico per la regione”.

Non è un discorso di campanili, ma di progettualità. A tal proposito, Moretuzzo anticipa tre filoni sui quali sarebbe opportuno concentrarsi. “Il primo è quello della mobilità sostenibile: non è possibile andare da Udine a Pordenone in un’ora, utilizzando un’auto, sono più indicate delle ferrovie leggere per raggiungere i centri regionali – spiega l’esponente del Patto -. E poi, c’è il tema delle comunità energetiche: le energie rinnovabili devono essere valorizzate. Penso a un modello come quello della Secab, che in questi giorni travagliati dal maltempo non ha sopportato alcun problema. Infine, la rigenerazione territoriale: la manutenzione degli edifici e i rischi idrogeologici sono elementi che non possono essere messi in secondo piano”.