Ristrutturato Palazzo Scarpa che diventa Palazzo Fantoni
Un simbolo che unisce memoria, ricostruzione e futuro: è stato inaugurato ieri a Gemona del Friuli il rinnovato Palazzo Fantoni, già sede della Banca Popolare del Friuli e progettato dall’architetto Carlo Scarpa. L’edificio, completato come opera postuma da Luciano Gemin su spinta dell’imprenditore Marco Fantoni, torna ora a nuova vita grazie a un progetto di partenariato pubblico-privato che lo trasforma in una struttura polifunzionale al servizio della comunità.
Alla cerimonia, oltre al governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, erano presenti gli assessori regionali Riccardo Riccardi e Barbara Zilli, il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini, il rettore uscente dell’Università di Udine Roberto Pinton, il sindaco di Gemona Roberto Revelant e i figli di Marco Fantoni, Giovanni e Paolo.
Fedriga ha sottolineato come il recupero del palazzo non sia stato solo un restauro: “Dare nuova vita a questo edificio ha un significato che supera il restauro delle sue mura: vuol dire recuperare e salvaguardare la storia di questa comunità, di questa terra, del Friuli e dei suoi sacrifici. Siamo riusciti a mettere insieme valenza architettonica, capacità storica e servizio alla comunità, centrando obiettivi e ottenendo risultati tangibili che difficilmente vengono raggiunti in operazioni simili. Oggi l’edificio è una struttura viva, a servizio della collettività, che andrà a ospitare non solo gli studenti universitari ma anche, in futuro, l’Archivio del terremoto e il Centro per l’impiego”.
Palazzo Fantoni, tra passato e futuro.
Il governatore ha definito Palazzo Fantoni un “simbolo della rinascita post-terremoto”, ricordando il valore della grande architettura moderna che ha voluto valorizzare il territorio e, al tempo stesso, investire nel futuro. Un ringraziamento speciale è andato alla famiglia Fantoni: “È difficile trovare imprenditoria che, pur essendo diventata internazionale, mantiene radici così forti nel proprio territorio. La famiglia Fantoni non si è solo spesa per produrre e garantire opportunità di lavoro, ma ha investito risorse proprie per dare risposte che vanno oltre quello che dovrebbe fare un’impresa. Un fulgido esempio di imprenditoria di cui andiamo particolarmente fieri”.
Fedriga ha concluso parlando di un modello virtuoso: “L’inaugurazione di Palazzo Fantoni rappresenta un esempio di collaborazione tra istituzioni, università e imprenditoria privata, che ha permesso di restituire alla comunità un edificio storico trasformandolo in un centro di formazione e servizi per il territorio”.
L’assessore alla Salute Riccardo Riccardi ha voluto legare il momento al percorso di memoria del sisma del ’76: “Il percorso che ci ha portato all’inaugurazione di Palazzo Fantoni si inserisce in una storia più ampia che lega memoria, ricostruzione e futuro. A pochi mesi dal cinquantesimo anniversario del terremoto, apriamo le porte di una struttura che è simbolo e, al contempo, concreta testimonianza di come questa terra abbia saputo reagire alle difficoltà trasformandole in occasioni di crescita”.
Il partenariato pubblico-privato.
Un focus sul modello finanziario scelto è arrivato dall’assessore Barbara Zilli: “Quella di Palazzo Fantoni è la dimostrazione concreta di come il project financing sia uno strumento virtuoso a servizio del territorio e sul quale continuiamo ad investire nelle manovre finanziarie regionali. La collaborazione tra pubblico e privato, primo esempio di questo tipo sul nostro territorio, ha permesso di restituire alla comunità un edificio di grande valore, trasformandolo in un centro vivo di formazione e servizi a favore di tutta la collettività”.
La struttura, acquistata dal Comune di Gemona con un finanziamento regionale di 1,5 milioni di euro e un contributo del Gruppo Fantoni di 1 milione di euro, ospita già gli studenti del corso di laurea in Scienze Motorie dell’Università di Udine. Nei prossimi lotti di lavori, finanziati con 1,05 milioni di euro tra Regione e Stato e con ulteriori 1,8 milioni di euro regionali, troveranno posto anche il Centro per l’impiego e il nuovo Archivio del terremoto, rafforzando così la vocazione multifunzionale del palazzo.