Se ne vanno a vivere a Londra, ma continuano ad incassare i vari bonus dall’Italia: denunciati

L’indagine della Guardia di finanza di Gorizia.

Nei giorni scorsi, i finanzieri del Comando provinciale di Gorizia, a conclusione di un’indagine di polizia giudiziaria su un’ipotesi di frode in danno del bilancio nazionale, regionale e locale, hanno denunciato due coniugi italiani (di origine bengalese) per aver indebitamente percepito misure di sostegno erogate da vari enti pubblici nonostante avessero in realtà trasferito la residenza del loro nucleo familiare, con tre figli minori, nel Regno Unito.

Le indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Gorizia, iniziate nel mese di giugno dello scorso anno, hanno preso avvio da una segnalazione pervenuta alle Fiamme Gialle dalla polizia locale di Monfalcone che, nel contesto di rapporti disciplinati da un protocollo d’intesa sottoscritto tra le amministrazioni nello scorso 2019, ha riferito alcune anomalie rilevate nell’ambito degli ordinari compiti ispettivi.

Ciò ha permesso rapidamente di accertare come i due coniugi – a partire dall’autunno del 2015 – avessero trasferito la propria residenza nel Regno Unito, senza provvedere all’iscrizione all’A.I.R.E. con l’effetto di celare la perdita dei requisiti alla percezione della pluralità di aiuti economici e di sostegno erogati da enti pubblici a favore dei cittadini residenti in stato di bisogno.

L’evidenza di tali circostanze è stata fornita soprattutto dall’esame dei tabulati delle utenze telefoniche. Infatti, da questi ultimi si è potuto riscontrare che i cellulari degli indagati continuavano ad agganciare celle telefoniche britanniche. Inoltre, tutte le spese relative ai consumi in Italia di energia elettrica, gas e acqua si erano nel tempo azzerate, così come anche le prestazioni mediche richieste al Servizio sanitario nazionale.

È stata poi acquisita documentazione comprovante lo svolgimento di attività lavorativa continuativa a Londra da parte di uno dei due coniugi.
L’esame della documentazione bancaria ha confermato che gli sporadici rientri in Italia avvenivano solo per ritirare la pensione d’invalidità italiana relativa ad un figlio minorenne nonché altre misure di sostegno, oltre che per effettuare il disbrigo delle pratiche fiscali e amministrative necessarie a rinnovare le erogazioni dei citati benefici sociali.

In sostanza, mantenendo in Italia la residenza anagrafica, i coniugi hanno beneficiato da settembre 2015 ad oggi di vari benefici: pensione d’invalidità del figlio minorenne, mobilità ed anticipo mobilità, assegno per il nucleo familiare, bonus bebè, bonus Renzi e alloggio popolare con relativa esenzione TARI, percependo indebitamente la complessiva somma di quasi 60.000 euro.

Al fine di sospendere le predette indebite erogazioni a carico dei bilanci pubblici e provvedere al recupero delle somme illecitamente ottenute, sono state inoltrate segnalazioni agli Istituti previdenziali e agli enti territoriali.
L’attività di indagine si inserisce nella più ampia missione istituzionale di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza ed è stata favorita dai rapporti di collaborazione con la Polizia Locale di Monfalcone che esercita con attenzione le sue attribuzioni sul territorio di competenza.