Le “sentinelle dell’ambiente” monitorano i capannoni pieni di rifiuti del Goriziano

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L’evento dell’Osservatorio civico contro le illegalità del FVG.

Una mattinata alla riscoperta di depositi e capannoni pieni di rifiuti nel Goriziano per tenere alta l’attenzione dopo quanto accaduto a Mossa. L’appuntamento, organizzato dall’Osservatorio Civico contro le illegalità del Fvg si è svolto in più tappe con la partecipazione anche del circolo Legambiente di Gorizia, il gruppo di Libera goriziano, il gruppo Fridays for future di Gorizia e il comitato contro la discarica di Pecol dei Lupi.

La prima tappa di questo insolito giro turistico è stato il deposito abbandonato a Savogna d’Isonzo in località Malnisce. All’intero dell’area sono contenuti da 24 anni circa 10 mila metri cubi di materiali pericolosi e non si è ancora riusciti a trovare una soluzione per la bonifica del sito. Sulla questione il referente dell’Osservatorio Civico, Marino Visintini, contro le illegalità del Fvg ha dichiarato: “Per la bonifica del sito di Malnisce è stata calcolata una spesa di 4 milioni di euro. Una cifra elevata per il piccolo Comune che ha chiesto aiuto alla Regione. La situazione, però, è ferma e non si sa quale sarà il futuro dell’area“.

Il gruppo poi si è spostato a Gorizia per visionare il deposito situato in via Aquileia, dove, sono contenuti numerosi metri cubi di rifiuti. In questo caso, ad aggravare pericolosità della situazione, in caso di un incendio come avvenuto a Mossa, anche la vicinanza all’ospedale e ad un distributore di benzina.

Il Comune di Gorizia aveva già disposto un’ordinanza che intimava al proprietario della struttura di occuparsi dello svuotamento e della bonifica. Quest’ultimo, però, ha fatto ricorso al Tar della regione, vincendo la causa e annullando di fatto l’ordinanza. “In questo caso – ha continuato Visintini – la situazione è molto delicata. Oltre ad essere vicino al centro cittadino, il capannone si trova a pochi metri dall’ospedale e da un distributore di benzina,  non c’è quindi solo un elevato rischio per l’ambiente, ma anche per la salute. Un eventuale incendio come avvenuto a Mossa potrebbe creare disagi incalcolabili”.