Due anni dal primo contagio in Fvg: era un 50enne goriziano. I numeri e gli effetti della pandemia

I due anni di pandemia in Friuli.

Sono passati due anni da quel 29 febbraio 2020. Appena 9 giorni dopo dal caso scoperto a Codogno, primo italiano positivo al Covid. Il Friuli Venezia Giulia entra quel 29 febbraio nell’incubo della pandemia. Una striscia di contagi che prosegue tutt’oggi di bollettino in bollettino, con il suo pesante carico di vittime. Quel giorno di due anni fa a risultare positivo al virus fu un cinquantenne goriziano. L’aveva contratto a Treviso e probabilmente nell’ospedale, dove si era recato per visitare un parente. Nel giro di poche ore i casi si moltiplicarono e ad oggi il numero complessivo delle persone che sono state colpite dal virus è di 308.175 così divise: 66.556 a Trieste, 127.886 a Udine, 74.552 a Pordenone, 34.701 a Gorizia e 4.480 da fuori regione.

Anche il numero delle vittime risulta notevole. Complessivamente i decessi sono stati pari a 4.776, con la seguente suddivisione territoriale: 1.167 a Trieste, 2.279 a Udine, 910 a Pordenone e 420 a Gorizia. Ma ci sono stati anche migliaia e migliaia di guariti al Covid in Friuli Venezia Giulia. Un totale di 284.334, che comprende anche i 253 clinicamente guariti. Numeri che vanno nel conteggio di questo triste pallottoliere nazionale che conta 12.764.558 contagi, con 154.560 decessi e 11.487.720 tra dimessi e guariti.

Una persona su quattro si è contagiata in regione. Il numero più alto dei contagi è stato individuato nella Provincia Autonoma di Bolzano (33,9%, una persona su tre) e quello più basso in Sardegna (9,7%, una persona su dieci). I costi della pandemia sono stati pesantissimi. Solo al sistema sanitario lo scorso anno sono stati destinati 160 milioni di euro. Il coronavirus ha messo in ginocchio le imprese, con un significativo calo dei commercianti (-2,3% rispetto al 2019) ed una contrazione degli occupati dipendenti nel privato (-2,6%, in termini assoluti quasi -9.000 unità).

A farne le spese sono stati poi gli anziani, che hanno registrato una riduzione generalizzata dei servizi di cura, mentre sono aumentati i tempi delle liste di attesa. E i giovani. Un adolescente su quattro con sintomi clinici di depressione, uno su 5 con disturbi d’ansia.