Crescono le assunzioni in Fvg, i dati del mercato del lavoro e le posizioni più richieste

L’andamento del mercato del lavoro in Fvg.

Gli occupati in FVG, rilevati dalla nuova RCFL dell’Istat nel primo trimestre 2022, sono 516.258, in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso di oltre 17mila unità (+3.5%) e rispetto al 2019 di quasi 23mila unità (+4.7%). In termini assoluti e relativi cresce soprattutto la componente femminile con 229.439 occupate (+9.7% sul 2019) rispetto a quella maschile con 286.819 occupati (+0.9%). Il t asso di occupazione 15-64 anni è da “record” con il 67,6%, il terzo più alto in Italia, dopo le province di Trento e Bolzano.

Il recupero dell’occupazione femminile riduce la distanza tra i tassi di occupazione per genere a 12.9 punti percentuali, con il tasso femminile a quota 61.1% e quello maschile a 74%. Il tema della conciliazione tra vita in famiglia, tempo libero e lavoro sul mercato rimane ancora al centro dell’attenzione delle politiche regionali del lavoro, visto anche il fenomeno dirompente delle dimissioni volontarie che è sintomo anche di una modifica dei comportamenti dell’offerta di lavoro, attenta tanto alla realizzazione professionale quanto a un maggior equilibrio con la vita al di là del lavoro. L’incremento dello stock di occupati è in linea con la rilevante crescita del PIL regionale che, nel corso del 2021, è aumentato del 7%: una crescita economica esplosiva che non si spiega solo con un “effetto rimbalzo” da un 2020 caratterizzato da una repentina recessione, ma anche frutto di aspettative positive crescenti dovute alle previsioni di spesa e investimenti derivanti dal recovery fund.


La crescita dell’occupazione è trainata soprattutto dall’ industria manifatturiera che raggiunge quota 129mila unità (+8.9% rispetto al 2019) e dal terziario (248mila occupati, +7.2%), in ripresa anche il comparto commercio, alberghi e ristoranti con 94.500 occupati (+3.9%); inaspettatamente in contrazione, invece, la quota di occupati nelle costruzioni che registra 31.372 occupati nel primo trimestre di quest’anno (-7.1%).

“Tra il 2018 e il 2019 si è registrata una crescita da quasi 26mila occupati a quasi 33mila nelle costruzioni – spiega di Carlos Corvino, responsabile dell’Osservatorio regionale del mercato del lavoro – ed eravamo ancora alla vigilia dell’introduzione dei vari bonus edilizi. Sorprende, pertanto, che tra il 2019 e il 2021 l’occupazione nelle costruzioni invece di aumentare diminuisca del 7,7%, su base annua. Nonostante le spinte inflattive e le incertezze derivanti dal quadro internazionale, in ogni caso, le assunzioni continuano a crescere, ma occorre tenere alta la guardia perché si osservano notevoli cambiamenti nel mercato del lavoro”.

Le assunzioni nel periodo Gennaio-Maggio in Fvg.

Nel mese di maggio 2022 le assunzioni sono oltre 24mila, in crescita rispetto ad aprile (21mila) e marzo (20mila) di quest’anno. Il totale nei cinque mesi supera quota 111mila, con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2021 pari a +28.9% e superando anche il livello pre-pandemico (+12.3%).

Coerentemente con l’elevata dinamica del mercatato del lavoro, crescono le cessazioni sfiorando quota 87mila (+16.2% rispetto al 2019), il saldo rimane quindi in territorio positivo per 24.348 unità, praticamente lo stesso livello del 2019 (24.246).

Quasi la metà delle assunzioni complessive è con il lavoro a tempo determinato, in crescita del 16.1% rispetto al periodo gennaio-maggio 2019. Si conferma la ripresa delle assunzioni a tempo indeterminato, con quasi 12mila assunzioni nel periodo (+16%), la crescita più rilevante in termini tendenziali è per il lavoro parasubordinato con un incremento del 38.6%. Si tratta in questo caso soprattutto di collaborazioni occasionali e di contratti degli autonomi nel campo dello spettacolo, spesso con durate piuttosto brevi.

Da sottolineare, infine, la ripresa delle trasformazioni da contratti a termine a contratti a tempo indeterminato: nel periodo gennaio-maggio 2022 sono 21.300, con una variazione tendenziale positiva del 34,4% rispetto al 2021 e del 6% rispetto al 2019.

Aumentano le assunzioni dei giovani.

Riguardo alle differenze tra maschi e femmine nel mercato del lavoro i dati delle comunicazioni obbligatorie sono in linea con le tendenze evidenziate dai dati dell’Istat: considerano le assunzioni al netto delle cessazioni, su 24mila unità di saldo oltre 14.700 sono maschi (in aumento di 428 unità rispetto a gennaio-maggio 2019) e 9.630 sono femmine (-396).

Continua la tendenza all’ aumento delle assunzioni per i giovani dai 15 ai 24 anni (+19% rispetto al 2019 e +38.5% rispetto al 2021) e per i “giovani adulti” 25-34 anni (+13.7 e +29%), in termini di assunzioni nette i giovani raggiungono un saldo pari a oltre 6.200 unità, 1.171 unità in più rispetto al valore registrato nel medesimo periodo del 2019.

Va a tal proposito ricordato che, a parità di altre condizioni (titolo di studio, settore di inserimento, competenze), la quota di lavoro stabile aumenta con l’età e che nella fascia degli under34 la quota di lavoro a termine è più elevata rispetto alle altre fasce di età.

Dai dati sull’andamento occupazionale per fasce di età emerge una immagine di giovanissimi e giovani adulti tutt’altro che disaffezionati al lavoro, nel complesso. Occorre considerare, infatti, due elementi: proprio la fascia di età degli under 34enni si è ridotta di quasi 30.000 unità in 10 anni, per cui i “pochi” che sono rimasti hanno una tendenza alle assunzioni piuttosto elevata. In secondo luogo, la quota di assunzione a termine è particolarmente elevata in questa fascia di età, segno che nonostante le condizioni di impiego molti giovani non si tirano indietro.

L’escalation delle dimissioni volontarie.

Da tempo l’Osservatorio Regionale del mercato del lavoro segue il fenomeno delle dimissioni volontarie e del ricollocamento tra settori o entro il medesimo settore. Il fenomeno non si è fermato, anzi, continua a crescere in modo quasi-esponenziale: su base annua le dimissioni volontarie da posizioni di lavoro a tempo determinato nel 2021 erano oltre 24mila – con un tasso di ricollocazione di circa il 66% sul lavoro dipendente – la crescita rispetto al 2019 era pari al 33%.

La tendenza nei primi cinque mesi dell’anno è a un’accelerazione del fenomeno delle “Grandi dimissioni”: nel periodo gennaio-maggio 2022 le dimissioni dal tempo indeterminato sono state oltre 11mila, con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2021 del 36% e addirittura del 76% rispetto al 2020.

Un’ondata destinata a fermarsi oppure un mutamento delle preferenze dell’offerta di lavoro? Il fenomeno è indubbiamente spinto dall’elevata domanda di lavoro, per cui chi desiderava cambiare, tanto per necessità economiche quanto per altri motivi legati al miglioramento professionale oppure alla ricerca di un migliore equilibrio tra vita privata e lavoro, ha colto l’opportunità di fare il “salto”.

E non di certo un salto nel buio visto che quasi il 69% di quelli che si sono ricollocati entro il 2021 ci ha messo non più di 15 giorni dalla data di dimissione. Questa elevata mobilità lavorativa è un sintomo anche di un diverso orientamento di scelta da parte dell’offerta di lavoro, soprattutto per gli over 30, anche se il fenomeno è trasversale alle età. È interessante notare che le dimissioni sono tanto più frequenti quanto più il rapporto di lavoro è vecchio: circa il 70% è avvenuto per contratti instaurati prima del 2015.

I settori dove si assume di più.

Le assunzioni crescono praticamente in tutti i settori economici, soprattutto nel terziario (oltre 50.000 unità, +13.6% rispetto al 2019) e nella manifattura (quasi 20.000 unità, +5.9%). Le assunzioni crescono anche nel settore delle costruzioni (+12% rispetto al 2019), dove tuttavia si assumono soprattutto lavoratori generici: le assunzioni di personale non qualificato nell’edilizia è pari a oltre 1.300 unità nel periodo gennaio-maggio di quest’anno con un incremento esplosivo rispetto allo stesso periodo del 2019 (+131%).

Se si conferma il trend dell’occupazione rilevato dall’Istat nel primo trimestre di quest’anno, la crescita del valore prodotto nell’ambito dell’edilizia grazie ai vari bonus pare non si stia traducendo in un aumento consistente di occupati, quanto piuttosto in una elevata dinamica di domanda e offerta a breve periodo per il lavoro dipendente accompagnato da una parallela crescita del lavoro indipendente e delle nuove imprese, anche in una logica di sub-appalto e sub-fornitura.

Nell’ambito della manifattura, i principali comparti regionali sono ancora in una fase di espansione delle assunzioni: oltre 4.500 assunzioni nell’industria della componentistica in metallo (+7.8%), quasi 2.500 unità per l’industria del mobile (+33%), 2.000 per la fabbricazione di macchinari e apparecchiature (+10.3%), industrie alimentari a +3.7%.
Da segnalare la crescita tendenziale delle assunzioni anche nell’ industria del legno (24%), della carta (+54.8%), delle bevande (+72%) e dei prodotti chimici (+43.8%) e farmaceutici (+185%).

Nell’ambito del terziario da segnalare le oltre 7mila assunzioni nei Servizi per edifici e paesaggio (+11%), le Attività artistiche, creative e di intrattenimento con quasi 7mila unità (+46.2%), il Lavoro domestico (5.600 unità, +16%), il Commercio al dettaglio (5.280, +11.6%).
Da segnalare inoltre l’incremento di assunzioni nel campo delle Attività di ricerca e fornitura del personale (+210%), dell’ Assistenza sanitaria (+40%), dell’ Assistenza sociale non residenziale (+22.5%), delle Organizzazioni Associative (+55%), Servizi informatici (+46%) e Produzione e consulenza informatica (+10.4%)