Chiesto per Lignano e Grado lo status di città balneare, come cambierà il turismo

La richiesta di status di città balneare per Lignano e Grado.

“La rete di ventisette spiagge italiane, di cui fanno parte anche Lignano Sabbiadoro e Grado, rappresenta un cluster peculiare di comuni particolarmente esposto alle complicazioni e alle criticità indotte da una forte pressione turistica e la Regione Friuli Venezia Giulia sostiene il percorso avviato per arrivare a una proposta normativa i cui primi tratti sono emersi dal confronto del G20s e che fonda su responsabilità, sostenibilità e innovazione”.

Tavola rotonda con il Veneto.

È quanto ha assicurato l’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo al quarto summit delle spiagge in Italia che si è tenuto a Jesolo e che ha coinvolto in una tavola rotonda l’esponente della Giunta regionale con gli omologhi della Regione Veneto prima della presentazione della proposta di legge e della firma del secondo protocollo d’intesa dei sindaci del G20s in rappresentanza di 27 spiagge con 70 milioni di presenze annuali.

Anche dal Friuli Venezia Giulia è partita la necessità della collaborazione per affrontare sfide e problematiche comuni delle città balneari, località turistiche che si contraddistinguono per avere un numero ridotto di residenti stabili, mediamente meno di 15 mila, ma una elevata presenza turistica, con più di un milione di presenze annue secondo i parametri del G20s, collegata alla stagione estiva.

La richiesta di città balneare.

L’elevata sperequazione tra residenti stabili e presenze turistiche comporta, è stato illustrato, che in determinati periodi dell’anno i Comuni siano chiamati a far fronte ad un elevato carico antropico, direttamente incidente sulla domanda di servizi pubblici, con dotazioni organiche e finanziarie inadeguate in quanto parametrate alla popolazione stabilmente residente. I Comuni balneari devono gestire inoltre aree importanti di demanio marittimo che richiedono una costante e dispendiosa attività di manutenzione e protezione, in concertazione con le amministrazioni statali e regionali e le agenzie di protezione ambientale.

In occasione del summit è stato quindi richiesto il formale riconoscimento dello status giuridico di “città balneare”, finalizzato a definire un quadro normativo organico nel quale racchiudere quella specifica disciplina che è giustificata dalle peculiarità dei Comuni balneari e che si può concretizzare nell’attribuzione di ulteriori funzioni amministrative e di adeguate risorse finanziarie strategiche per lo sviluppo del turismo balneare in Italia.