Trofeo Coni a Lignano, tra premiazioni e squalifiche contestate

La decima edizione del Trofeo Coni 2025 che quest’anno ha visto la nostra regione ospitare ben 4.600 ragazzi da tutta Italia, è stata indubbiamente teatro di grandi gioie per tutti gli aspiranti atleti under 14 che si sono sfidati nelle varie discipline.

L’evento, che si è svolto a Lignano Sabbiadoro da domenica 28 settembre a mercoledì 1 ottobre, non è stato però esente quest’anno dalle accese polemiche che hanno visto la contestazione inerente la squalifica di un ragazzo toscano da parte dei Giudici di Marcia nella giornata di lunedi 29 settembre.  “Mio figlio stava sostenendo l’ultima disciplina, quella della marcia dei mille metri presso lo Stadio Teghil, quando, con grande entusiasmo, a pochi passi dal traguardo, si rende conto di essere nella rosa dei vincitori– spiega la mamma – dopo pochi minuti, infatti, con immensa gioia, abbiamo consultato il sito ufficiale Coni, dove venivano pubblicati i risultati in tempo reale ma, con stupore, abbiamo appreso che il nome di mio figlio non compariva”.

Una doccia fredda soprattutto per il ragazzo, G.C., 13 anni e un amore viscerale per lo sport, che pratica fin da piccolo. Disorientati e perplessi, i genitori si consultano con il tecnico di competenza della Toscana che, interfacciandosi con la Giuria presente, apprende che il ragazzo sarebbe stato squalificato perché, anziché marciare, teneva un andamento simile alla corsa. “Quando ci riportano questa notizia restiamo basiti, anche perché mio marito aveva ripreso con il suo cellulare tutta la gara e, una volta fatto visionare il video alla Giuria, hanno ammesso che in effetti mio figlio non stava correndo” spiega la madre. A quel punto, i genitori non attendevano altro che l’ammissione di un eventuale errore da parte della Giuria e quindi la revisione della squalifica. Ma le cose non cambiano di una virgola. Una volta fatto rientro in Toscana, la madre del giovane prende contatti con il Fiduciario Regionale Fidal Giovanni Molaro, che avrebbe spiegato via mail i motivi della squalifica asserendo che il giovane, nonostante non stesse correndo, di fatto non avrebbe tenuto un andamento di marcia consono alle regole (il piede non deve perdere contatto con il terreno, la gamba dev’essere tesa e il ginocchio non si deve flettere, “sbloccare”, cosi da consentire appunto di “marciare” e non di correre) e che questo tipo di atteggiamento viene adottato dalla stragrande maggioranza dei ragazzi al fine di acquisire più velocità e sorpassare gli avversari.

“Se la motivazione della squalifica era questa lo potevano dire subito, anziché parlare della corsa, inoltre, se è un comportamento che viene adottato da molti ragazzi, perché è stato squalificato solo mio figlio assieme ad un altro concorrente?” Domande più che lecite. Lo “sbloccaggio” del ginocchio da parte del ragazzo avrebbe favorito il mantenimento di un ritmo elevato nelle fasi finali della gara, tale da aver ricevuto durante il percorso anche 2 “red cards”, ovvero cartellini rossi che indicavano un’andatura non consona – – inoltre il video effettuato dal nostro cellulare non era, secondo il Fiduciario, di una risoluzione tale da poter essere usato come prova inconfutabile”.

Un botta e risposta ricco di argomentazioni valide e dettagliate da ambo le parti, con una mamma che sente il peso di aver subito, a suo avviso, un’ingiustizia e che tiene a precisare che “dal filmato si evince perfettamente che a marciare non correttamente, ma addirittura che a correre fosse un altro concorrente” ventilando quindi l’ipotesi che si fosse trattato di uno scambio di persona. Ci sarebbero inoltre, sempre secondo il racconto basato sul filmato e su ciò che è stato visto in presenza, molti altri compagni di gara tendenti a marciare non correttamente, ma che questi ultimi non sarebbero stati squalificati. Non in ultima battuta, c’è anche la questione prettamente burocratica: viene infatti fatto presente alla mamma che le contestazioni avrebbero dovuto essere presentate entro il tempo prestabilito all’Arbitro di gara e non alla Giuria. Una questione di forma, più che di sostanza, fermo restando che il fulcro della manifestazione resta goliardico, non di certo agonistico.

“Quanto successo ha creato molta frustrazione a mio figlio, non tanto per la squalifica, quanto per la modalità a mio avviso non del tutto trasparente con la quale questa è avvenuta, prima ci danno una motivazione, poi un’altra; ci dovrebbero essere giustizia ed equità nei confronti di tutti i ragazzi, destinatari principali di un messaggio educativo, siamo molto delusi” conclude la mamma. Nessun commento sull’accaduto al momento è stato fatto trapelare da parte del Fiduciario regionale Molaro, a differenza del Presidente Coni Fvg Andrea Marcon, che ha voluto stemperare i toni: “Tengo anzitutto a sottolineare quanto questo evento, che a noi sta molto a cuore, sia volto unicamente ad aggregare e far avvicinare allo sport i ragazzi in un contesto che ribadisco e sottolineo essere goliardico e in alcun modo agonistico, proprio per questo mi rammarica profondamente quanto accaduto– spiega Marcon- mi fido tuttavia totalmente delle competenze tecniche della Giuria e del Fiduciario regionale e mi auguro con tutto il cuore che questa possa restare solo una nota stonata in un contesto allegro, gioioso e felice”.