Chiuse 2 moschee abusive: il sindaco di Monfalcone a Fuori dal Coro

Anna Maria Cisint questa sera a Fuori dal Coro.

“Il provvedimento è molto chiaro: questi locali non possono essere destinati a moschee. In quei locali non si può più pregare, non sono centri di culto, non sono moschee. Sono locali che urbanisticamente sono destinati ad altro. Un provvedimento di civiltà e di rispetto dell’ordine pubblico e della legalità“. Queste le parole di Anna Maria Cisint, sindaca di Monfalcone – che anticipa in esclusiva a “Fuori dal coro”, il talk d’approfondimento condotto da Mario Giordano in prima serata su Retequattro – il provvedimento che dispone la chiusura di due moschee abusive nel Comune.

La cittadina del Friuli Venezia-Giulia pare è tra i territori più islamizzati d’Italia, con oltre il 30% di cittadini di origine straniera e quasi tutti di religione musulmana. “L’integrazione non è un obiettivo che hanno i musulmani integralisti. Come a me è stato detto da alcuni imam: ‘Noi non siamo interessati all’integrazione, ma alla sostituzione’. Il modello che loro applicano è quello del loro Paese, che non è sicuramente la nostra civiltà occidentale”, continua la prima cittadina.

La sindaca di Monfalcone spiega così i motivi che l’hanno spinta a varare questa norma: “La legalità, la sicurezza e il rispetto delle norme sono un elemento fondamentale di garanzia del convivere civile, che assume un particolare rilievo in una città come la nostra per la presenza di una consistente comunità musulmana, refrattaria a ogni processo di integrazione e che mostra sempre più il volto integralista, soprattutto nei confronti delle condizioni delle donne.  Con questi provvedimenti si sgretola il muro di un tabù che tollera l’esistenza di centri islamici che agiscono come zone franche di predicazione, impermeabili al controllo, dove non si pratica l’uso della lingua italiana e dove chiunque può trovare rifugio, come dimostra il caso degli ultimi giorni dell’algerino arrestato a Milano“.

“Dopo aver scongiurato la realizzazione di una grande moschea in città, ora anche queste associazioni sono chiamate a rispettare le regole del piano regolatore, che si applicano a tutti i cittadini e sulla cui violazione proliferano molto spesso queste strutture. Nel contempo, vogliamo rispondere alle istanze di sicurezza della popolazione in un contesto nel quale anche nelle nostre strade si manifestano espressioni che inneggiano al fondamentalismo e al terrorismo palestinese”, conclude Cisint.

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