Addio a Luciano Dall’Acqua: leggenda dell’hockey su pista con il Pordenone

luciano dall'acqua

Luciano Dall’Acqua è stato colto da un malore durante il pranzo di Pasqua.

Un malore improvviso, nel giorno della Pasqua, ha portato via Luciano Dall’Acqua, classe 1944, uno dei nomi più amati dell’hockey su pista italiano. Originario di Oderzo, Dall’Acqua si è sentito male mentre si trovava al ristorante, durante il pranzo festivo. Nonostante il tempestivo intervento del Suem di Treviso e il trasporto d’urgenza all’ospedale di Oderzo, per lui non c’è stato nulla da fare.

La notizia ha scosso profondamente non solo la comunità sportiva locale, ma anche quella nazionale. Dall’Acqua è stato un simbolo dell’hockey su pista, protagonista di una carriera esemplare culminata nel 1980, quando condusse l’Hockey Pordenone alla vittoria della storica Coppa Italia, il trofeo più importante mai conquistato dalla società friulana.

Un campione dentro e fuori dal campo

Luciano Dall’Acqua era molto più di un atleta. Dopo gli anni da giocatore, ha continuato a dedicarsi alla sua grande passione diventando allenatore, ruolo in cui ha saputo trasmettere il suo spirito combattivo e il suo amore per lo sport a intere generazioni di giovani atleti.

L’Hockey Pordenone lo saluta oggi con parole cariche di affetto e commozione, ricordandolo come “emblema di una generazione che avrebbe spostato le montagne, che non temeva di andare contro tutto e contro tutti con la sola forza dell’orgoglio. Carattere ruvido e deciso, atleta indomito e affamato di reti, allenatore ambizioso e implacabile”.

Solo pochi giorni prima della tragedia, sabato scorso, Luciano era stato visto al termine dell’ultima giornata di campionato. Nessuno, nemmeno i suoi amici più stretti, poteva immaginare che quello sarebbe stato un saluto definitivo. “Ti abbiamo abbracciato con tenerezza infinita – scrive la società – senza sapere che sarebbe stato un congedo. Resterai per sempre il volto indelebile del nostro successo più grande e dei nostri anni gloriosi, quella foto straordinaria e senza tempo in cui squadra, gioia, spumante, sudore e trofeo si fondono in un turbinio irripetibile”.