Tra Reana e Tavagnacco un giardino interamente dedicato al vino Refosco

Il progetto del giardino del Refosco.

Parlare di “vigneto chiamato Friuli” sembra ormai scontato. La notizia è che a uno dei tanti vitigni che popolano la regione, il Refosco, viene ora dedicato un anfiteatro naturale, un luogo della biodiversità animato da concerti ed eventi. Un nuovo vigneto che raccoglie per la prima volta insieme tutti i biotipi del vino Refosco, pronto a ospitare eventi culturali e spettacoli dal vivo en plein air.

Nasce così, lungo la ciclabile delle Rogge tra i comuni di Reana del Rojale e Tavagnacco, in una porzione di vigneto di proprietà dell’azienda agricola Tonutti Marco e Dino, “Il giardino del Refosco”, iniziativa nata grazie al sostegno del progetto Interreg Ita-Slo Diva per la collaborazione tra imprese culturali e creative e imprese tradizionali e resa possibile grazie alla sinergia tra l’Azienda agricola Tonutti e SimulArte. Le due realtà, infatti, hanno creato uno spazio dove s’incontreranno natura e cultura in un’ottica turistica da proporre a un pubblico sempre più numeroso appassionato di turismo lento e curioso di scoprire le peculiarità enogastronomiche e storiche della regione.

“Si tratta di un progetto che crescerà assieme alle barbatelle piantate in questi giorni nel giardino del Refosco all’aria aperta – spiegano il presidente di Simularte, Federico Mansutti, insieme con Marzia Tonutti dell’omonima azienda agricola –. Rispettando i tempi della natura, infatti, le viti cresceranno cibandosi di arte, musica e tante altre iniziative che valorizzeranno uno dei patrimoni del nostro territorio”.

Il Refosco.

I refoschi rappresentano un gruppo di varietà che hanno dominato i vigneti del Friuli Venezia Giulia dalle colline di Cividale e Faedis fino al mare. Nell’ambito di questa famiglia di varietà, il Refosco dal peduncolo rosso ha riscosso il successo maggiore, anche se negli ultimi anni sono stati riscoperti anche il Refosco di Faedis, il Terrano e il Tazzelenghe. La biodiversità di questa famiglia di vitigni autoctoni rappresenta quindi un’importante eredità della storia della viticoltura friulana, per non parlar del fatto che recentemente è stato messo in luce proprio che il Refosco di Faedis rappresenta uno dei tre progenitori della maggior parte delle varietà autoctone regionali.