La maglia verde Jonathan Milan all’arrivo del Tour De France a Parigi.
Il ciclismo italiano torna a sventolare il tricolore sugli Champs-Élysées grazie al friulano Jonathan Milan, che entra di diritto nella leggenda conquistando la maglia verde del Tour de France 2025. Un’impresa storica: il 23enne di Buja, al suo debutto nella Grande Boucle, diventa il terzo italiano a indossarla, dopo Franco Bitossi nel 1968 e Alessandro Petacchi nel 2010.
Il Friuli Venezia Giulia celebra così un campione cresciuto tra le colline di casa, ma che in Francia ha saputo farsi conoscere per la potenza devastante e la costanza nei traguardi intermedi. Jonathan Milan, in forza alla Lidl-Trek, ha costruito la vittoria giorno dopo giorno: due successi di tappa, una regolarità impressionante negli sprint e una determinazione da veterano.
Il cammino verso la maglia verde non è stato privo di insidie. Sin dalla prima tappa a Lille, Milan aveva dovuto inseguire, rimasto attardato nei ventagli. Ma è stata quella l’unica ombra su un Tour straordinario, culminato con prima con la vittoria a Laval, che gli ha consegnato la maglia verde, e poi con il bis a Valence. Con i suoi trionfi, ha anche interrotto un digiuno di successi italiani al Tour che durava da sei anni e ben 113 tappe.
Fedriga: “Un modello per i nostri giovani”.
“La maglia verde conquistata da Jonathan Milan al Tour de France riempie di orgoglio e conferma la tradizione sportiva e ciclistica del Friuli Venezia Giulia ai massimi livelli: il nostro campione è un modello per tutti i giovani che nelle varie discipline e nella vita possono ambire a ottenere grandi risultati abbinando al talento la forza morale e grandi sacrifici”, ha commentato il governatore Massimiliano Fedriga..
“Il risultato incredibile di Jonathan tiene alta la bandiera dell’Italia in una competizione durissima che vede gli azzurri assenti dalla classifica generale“, ha affermato Fedriga. “Buja è già in festa – ha concluso il governatore – e tutti gli sportivi regionali applaudono un atleta che continua a scrivere pagine indelebili nella storia del ciclismo”.