Alla, morta nell’incendio di via Grazzano: il ricordo di Toni Capuozzo

La donna di 68 anni trovata morta nell’incendio di via Grazzano a Udine.

Alla Tcheranovskaya, trovata morta nel suo appartamento in una palazzina di via Grazzano a Udine coinvolto ieri da un incendio, ha perso la vita probabilmente a causa di una intossicazione da monossido di carbonio. Stando alle prime ricostruzioni, infatti, il rogo sarebbe partito dal salotto dove è stata rinvenuta una ciabatta carbonizzata cui era attaccata anche una stufetta elettrica.

Alla Tcheranovskaya aveva 68 anni, era di origini russe e faceva la traduttrice e interprete. Una donna molto conosciuta in via Grazzano e molto stimata. Tra coloro che la ricordano con affetto, c’è anche il giornalista Toni Capuozzo, che ha affidato ad un post il suo pensiero.

Nessun augurio per Alla. All’alba di oggi (ieri, ndr) il monossido di carbonio ha ucciso Alla Tcheranovskaya, nell’appartamento al secondo e ultimo piano di una palazzina nel vecchio quartiere di Udine in cui sono cresciuto. Era una donna di quasi settant’anni, bella ed elegante, gentile e ironica. L’avevo conosciuta grazie ad amici comuni, e avevo passato con loro una bella sera, a cena in un’osteria del quartiere”.

“Una sera che ogni tanto si immalinconiva quando le parole giravano attorno alla guerra in Ucraina, e si riaccendeva a parlare di libri e di musica e arte, e della vita di ogni giorno. Quando rideva, Alla rovesciava la testa all’indietro così sembrava che anche i suoi bei capelli bianchi partecipassero dell’allegria, e capivi che non erano una trascuratezza, ma una piccola civetteria. In qualche modo, aveva pagato anche lei il precipitare degli eventi, che avevano reso inutili le sue traduzioni per ditte friulane paralizzate dalle sanzioni, e avevano steso su questo confine il silenzio di quando le parole sembrano non servire più, o sono vietate”.

“Lei le usava ormai solo per dare una mano a qualche suo connazionale, a qualche ucraino, a chiunque ne avesse bisogno, in ospedale o altrove, con un impegno volontario, e una generosa violazione del silenzio. Era una persona buona, che nel suo piccolo resisteva alla cattiveria dei tempi. Avrei voluto farle gli auguri, ma niente”.