Andare in bici per uno studio sulle malattie croniche: a Udine si cercano volontari

Bici città

Lo studio sulle malattie croniche dell’Università di Udine.

Obesità, diabete, malattie cardiovascolari: è possibile ridurre il rischio cambiando le proprie abitudini quotidiane, sostituendo per esempio la macchina con la bici per andare al lavoro o all’Università? E quanti chilometri è eventualmente necessario percorrere, ogni settimana, affinché la routine abbia un significativo impatto benefico sulla propria salute?  

Il Laboratorio di Fisiologia del Dipartimento di Area Medica dell’Università di Udine è pronto a dare una risposta scientifica attraverso lo studio “Bicinsalute” in fase di avvio e per cui sta reclutando volontari. 

Uomini e donne di età compresa tra i 19 e i 62 anni, attivi, e quindi già avvezzi all’uso della bicicletta come mezzo di spostamento su tratte relativamente lunghe (superiori a 3 chilometri di tragitto casa-lavoro/studio) ma anche persone sedentarie che ancora non hanno optato per questa scelta salutare e che si dicono comunque pronte a modificare il proprio stile di vita.  

“Cerchiamo candidati che siano residenti nel Comune di Udine e limitrofi – precisa Caterina Ursella, Dottoranda presso il Laboratorio di Fisiologia del DAME mentre ricorda che la prima selezione dei partecipanti, 30 da inserire nel gruppo dei cosiddetti “attivi” e altrettanti in quello dei “sedentari”,  avverrà dopo la compilazione di un questionario ad hoc – La ricerca vera e propria, che avrà una durata di sei mesi, inizierà quindi con una serie di test preliminari gratuiti presso il nostro Laboratorio per valutare accuratamente la condizione fisica dei partecipanti”. 

Dai prelievi di sangue effettuati presso l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, per indagare i parametri associati al rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari, agli esami antropometrici con misurazione della pressione arteriosa; dalle analisi della funzione endoteliale e vascolare periferica ai test incrementali al cicloergometro. Tutti e 60 i volontari reclutati verranno dunque sottoposti ad una corposa batteria di importanti indagini che si concluderanno con un questionario di valutazione della qualità di vita.  

“A questa fase introduttiva seguirà quindi la ricerca effettiva “sul campo” – spiega Federico Formenti, Professore associato onorario al King’s College di Londra – Lo studio è infatti composto da una parte “trasversale”, in cui soggetti che abitualmente si recano al lavoro in auto verranno confrontati con quelli che utilizzano la bicicletta, e in una componente “longitudinale”, in cui soggetti che hanno iniziato ad utilizzare la bicicletta verranno seguiti per un determinato periodo di tempo. Valuteremo il dispendio energetico durante la locomozione su percorsi prestabiliti, anche mediante metodiche GPS, e variabili fisiologiche, cliniche ed ematochimiche associate allo stato di salute del partecipante”. 

Indubbie le preziose ricadute del progetto di ricerca non soltanto sulla salute individuale ma anche sull’ambiente. “L’uso della bicicletta come mezzo di trasporto su tratte relativamente lunghe favorisce uno stile di vita attivo e migliora i fattori di rischio per patologie croniche, soprattutto cardiovascolari e metaboliche – specifica il Prof. Bruno Grassi, Ordinario di Fisiologia e Responsabile del Laboratorio del DAME – È però altrettanto importante sottolineare l’impatto sull’ambiente. Riduce infatti la congestione veicolare e le emissioni di sostanze tossiche associate a tale traffico. Lo studio è incentrato sulla realtà territoriale udinese e dei comuni limitrofi e l’obiettivo finale è intervenire nella definizione di percorsi ciclabili da proporre alla popolazione con specifiche incentivazioni in un’ottica di urbanistica preventiva”. 

La ricerca per lo studio bici in salute”.

bici in salute