Aumento delle rette a La Quiete, le reazioni della politica

Sede La Quiete

Polemiche dopo la decisione dell’aumento delle rette nella Casa di riposo La Quiete. Le rette cresceranno di 5,5 euro al giorno per l’anno 2024: da 68,10 a 73,60 euro, circa l’8 per cento in più. La delibera è stata approvata il 30 dicembre dal consiglio di amministrazione della Asp. Una decisione che ha scatenato anche il dibattito politico.

Il sindaco De Toni: “Estranei alle polemiche”.

“La nostra amministrazione ha appreso della decisione del CDA della Quiete di aumentare dal 2024 le rette per gli ospiti della storica Asp cittadina. La scelta presa dal Cda è stata fatta, come sempre accade, in piena autonomia e perciò ne possiamo soltanto prendere atto. Nel corso di questi mesi abbiamo sempre voluto improntare le nostre relazioni istituzionali alla massima trasparenza, collaborazione ed efficacia. Io e la giunta siamo estranei alle polemiche sorte in queste ore sul tema e auspichiamo di poter continuare ad affrontare i tanti temi sul tavolo, anche con la Regione, nel segno della collaborazione per il bene della città. Non intendiamo intaccare il rapporto istituzionale che vogliamo costruire con l’amministrazione regionale a causa di dialettiche squisitamente politiche, lontane dalle logiche di un patto territoriale per Udine e il Friuli, obiettivo a lungo termine mio e della Giunta udinese”.

Martines: “La Regione agisca, aiuti le famiglie”.

“La stampa oggi riporta gli aumenti delle rette dell’Asp La Quiete ed in tutte le residenze facenti capo alla stessa, indicando come concause anche e soprattutto l’aumento dell‘inflazione e la modifica dell’esenzione Irap per le case di riposo – spiega il consigliere regionale del Partito democratico, Francesco Martines – . Molti Comuni sede di queste strutture in gestione diretta o Asp con propri bilanci autonomi stanno controllando i numeri dei previsionali, ma non nascondono le difficoltà nel chiudere gli stessi i bilanci mantenendo le tariffe dell’anno appena trascorso“.

“La sostenibilità dei loro bilanci potrebbero comportare sofferti aumenti, ma le famiglie ed i Comuni concorrenti nel  sostegno delle rette nei casi di insufficienza dei redditi familiari, saranno in grado di sostenere tanti ed ulteriori situazioni di evidente disagio?” domanda il rappresentante dem.

“La Regione, oltre a mettere grandi risorse finanziare per incentivare le aziende ed il loro sviluppo, sta pensando a fasce di fragilità di tante realtà dove le condizioni di povertà stanno crescendo in maniera esponenziale? – rimarca Martines – .Ci sono famiglie di figli degli utenti anziani – insiste – che per tutta una serie di motivi, dalla perdita del posto del lavoro alla crescita dei costi per gli studi, non riesce più a sostenere l’aumento rette e quindi si rivolge alle casse dei Comuni al fine d’integrare il costo mensile“.

“La Regione non può rimanere ferma di fronte a questo problema – aggiunge il consigliere -, dovrà pensare subito a modificare il regime di applicazione dell’Irap per le strutture che utilizzano tanto personale dipendente ed interloquire con forza con il Mef per considerare gli aiuti al sociale non aiuti di Stato. Nel frattempo, dovrà pensare seriamente ad incrementare ulteriormente già quest’anno gli aiuti sulle rette giornaliere alle famiglie“.

“Il bilancio della Regione, come dimostrano gli assestamenti approvati nel 2023 e la legge di stabilità 2024, ha tante risorse – dice infine Martines -: queste dovranno essere dirottare soprattutto verso il sociale, in particolar modo per sostenere i bilanci delle case di riposo. Così si potrà evitare di trasferire gli “utenti fragili” in strutture private, dove l’attenzione al contenimento dei costi va a scapito di un miglior servizio. Si eviterà anche che le strutture pubbliche dedicate, pur di far quadrare i bilanci, non ricorrano a ridurre i costi, e quindi i servizi, che non possono essere ridimensionati se vogliamo continuare a dare una migliore assistenza alle persone anziane e bisognose di massima attenzione”.