La lettera del sindaco De Toni per sbloccare gli aiuti medici a Gaza.
Udine si mobilita per salvare i più piccoli nella Striscia di Gaza: il sindaco Alberto Felice De Toni ha inviato una lettera urgente al Ministro degli Esteri Antonio Tajani, all’Ambasciatore israeliano Jonathan Peled e al Sindaco di Tel Aviv Ron Huldai, chiedendo di sbloccare gli aiuti medici (in particolare 33 ventilatori pediatrici), fermi da mesi all’aeroporto Ben Gurion.
Questi dispositivi, donati dall’Italia all’UNICEF e prodotti dalla Siare Engineering di Bologna, sono fondamentali per la sopravvivenza dei neonati negli ospedali di Gaza, dove la crisi sanitaria è gravissima. La richiesta del sindaco si fonda anche sulla testimonianza diretta di Loris De Filippi, operatore umanitario udinese in prima linea a Gaza, che ha raccolto migliaia di firme per l’apertura dei corridoi umanitari.
Nella lettera, De Toni cita l’appello del Papa al rispetto del diritto umanitario e sottolinea come bloccare questi aiuti significhi aumentare sofferenza e morti, esortando a un immediato intervento per far arrivare i ventilatori ai bambini che ne hanno urgente bisogno.
Lettera integrale del Sindaco Alberto Felice De Toni:
Gentile Ministro, gentile Ambasciatore, gentile Sindaco,
Vi scrivo perché un nostro concittadino di Udine, Loris De Filippi, che attualmente ricopre il ruolo di Health Specialist UNICEF nella Striscia di Gaza, ha portato alla nostra attenzione una situazione che non può essere ignorata.
All’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, sono fermi da mesi alcune decine di ventilatori pediatrici destinati ai neonati, frutto di una donazione italiana del valore stimato di circa 700.000 euro. Si tratta di 33 Siaretron 4000 Automatic Ventilator, prodotti dall’azienda italiana Siare Engineering di Bologna e donati all’UNICEF nei primi mesi del 2025.
Queste apparecchiature salvavita sono indispensabili per i medici neonatali degli ospedali della Striscia e non possono venire utilizzati. Sappiamo le condizioni miserevoli in cui sta sopravvivendo, a stento, la popolazione di Gaza. In un conflitto che sembra non avere soluzioni, in cui le parti in causa non arretrano, è necessario che chi può decidere delle misure – che possano garantire la sopravvivenza in particolare di bambini senza alcuna colpa – abbia il coraggio di farlo.
In questi frangenti, pensando a neonati appena nati o di pochi mesi, che non riescono respirare in assenza di strumentazioni adeguate, non è possibile non pensare alle parole del Papa: “Si alza sempre più intenso al cielo […] il pianto delle mamme e dei papà” nella Striscia di Gaza, che “stringono a sé i corpi senza vita dei bambini”. Impossibile non ribadire il suo accorato appello al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi, al rispetto integrale del diritto umanitario. Un diritto sancito a livello internazionale, dalla Convenzione di Ginevra su tutti.
Solo pochi giorni fa De Filippi ha fatto testimonianza della sua drammatica esperienza in uno dei nostri teatri della città, gremito fino all’ultimo posto. In pochi giorni, la raccolta firme che ha promosso in quell’occasione ha già raccolto migliaia di adesioni.
Di fronte ai suoi racconti vissuti in prima persona, davanti alle foto che copiose continuano ad arrivare dalla Striscia di Gaza, non si può fare finta di nulla. Bloccare aiuti umanitari e in particolare dispositivi medici è una scelta che moltiplica morte e dolore.
Gentili Ministro, Ambasciatore e Sindaco già troppi bambini sono morti. È il momento di intervenire. Vi chiedo di essere sensibili a questa situazione: nel rispetto dei principi umanitari e del dovere morale che ci accomuna nella protezione dell’infanzia, ci appelliamo affinché vengano attivati con la massima urgenza canali umanitari dedicati, o corridoi prioritari, per l’approvvigionamento di equipaggiamento medico salvavita.
Udine si è sempre schierata dalla parte della pace, per tutti. Sono certo che anche Voi possiate condividere questo proposito e Vi chiedo di adoperarvi con ogni mezzo per lasciare che le apparecchiature mediche possano tornare a salvare bambini innocenti.