Uniti per salvare viale Venezia, il dibattito contro le nuove rotonde

Il dibattito per salvare il viale a Udine.

Continua il dibattito presente in città sulla riorganizzazione della viabilità di viale Venezia che prevede la realizzazione di tre rotatorie con conseguente abbattimento degli alberi presenti. Oggetto di un recente incontro con il comitato “Salviamo il viale Venezia”, i Circoli “Legambiente – Udine” e “Legambiente – Laura Conti”, hanno espresso sostegno alle azioni dei cittadini e alla proposta di inserire e riconoscere, attraverso un’apposita direttiva urbanistica da approvare in Consiglio comunale, l’intero viale come un “ulteriore contesto” (previsto dal Piano paesaggistico regionale) avente valenza paesaggistica e storico-culturale.

In tal modo si andrebbe a rafforzare l’azione di salvaguardia del viale alberato evitando interventi fortemente invasivi della sua integrità, demandando al momento dell’adeguamento del Piano Regolatore Generale Comunale al Piano paesaggistico regionale l’individuazione – in maniera unitaria – delle azioni ammissibili di tutela e di utilizzazione.

I Circoli, infatti, ritengono doverosa una valutazione coerente con il valore storico del viale per tutte e tre le rotonde previste nel viale Venezia prima di procedere alla realizzazione di quella all’incrocio con via Ternova la cui urgenza sembra essere data solamente dalle, seppur legittime, richieste dell’azienda Lidl, che però non devono essere anteposte all’interesse della tutela dei valori storici della città. Si evidenzia quanto rilevato dalla stessa Soprintendenza del Fvg che, nell’ambito del procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica, ha affermato che “l’intervento proposto risulta solo in parte compatibile con il vincolo paesaggistico e con il contesto dello stato dei luoghi, atteso che i progettati lavori contrastano in parte con le caratteristiche dell’ambito tutelato circostante”. Nonostante tali
evidenze e contrasti l’intervento ha ottenuto parere positivo con prescrizioni.

Ulteriore elemento che si intende sottolineare è quello relativo alla programmazione delle opere e quindi alla chiarezza dell’azione amministrativa. Gli interventi non si ritrovano in alcun atto di pianificazione comunale: non sono previsti nello strumento urbanistico comunale e nemmeno nel Piano Urbano della Mobilità, anzi quest’ultimo prevede che le situazioni di conflitto che si generano tra i flussi (principale e di svolta) vengano risolte deviando il flusso sui controviali.

Pertanto, la valutazione sulla necessità delle rotonde deve, a parere dell’associazione, essere valutata anche in coerenza con gli obiettivi del Piano Urbano della Mobilità che prevedono (entro il 2025) una redistribuzione della mobilità cittadina al fine di raggiungere un 25% di mobilità ciclistica e pedonale, un 25% di mezzi pubblici e “solo” un 50% lasciato al mezzo privato (auto/moto). E’ a quel riparto modale della mobilità che si deve fare riferimento per una corretta programmazione degli interventi (eventuali).

Se le rotonde in sé sono un valido strumento per la riduzione dell’incidentalità e dell’inquinamento causato dallo stop & go dell’incrocio semaforico non sono sufficienti se non accompagnate da una rete ciclabile che permetta di raggiungere anche Pasian di Prato in sicurezza.