Alta tensione in Friuli dopo la rivolta dei migranti nell’ex Cavarzerani, Fontanini estende la quarantena. “Ora intervenga il governo”

La condanna per i fatti nell’ex Cavarzerani.

Condanna unanime. Questa la reazione del mondo politico, e non soltanto, dopo la rivolta di questa mattina nell’ex caserma Cavarzerani di Udine. Qui, i migranti hanno dato fuoco a materassi e suppellettili per protestare contro la proroga della quarantena, decisa dal sindaco Fontanini. A far scoppiare i disordini anche le condizioni in cui i richiedenti asilo lamentano di vivere nel centro di accoglienza di via Cividale.

Oggi, il sindaco di Udine ha firmato l’ordinanza che proroga la quarantena fino al 15 agosto anche per evitare possibili contagi da coronavirus in città, dopo la positività di alcuni migranti nei giorni scorsi. La decisione è stata presa nella mattinata in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza alla luce del fatto che, nella giornata del 1° agosto, un nuovo migrante è risultato positivo al Covid-19.

Scoppia la rivolta nell’ex Cavarzerani di Udine.

“Quanto è avvenuto stamattina – ha aggiunto Fontanini – è di una gravità assoluta e dimostra ancora una volta che a questi giovanotti delle nostre regole non interessa nulla e che non hanno alcuna intenzione di integrarsi, ma solo farsi mantenere a spese della collettività. Ma soprattutto dimostra la totale assenza del Governo nella gestione dei flussi migratori. Una città come la nostra non può essere tenuta in ostaggio di questi scalmanati e non può certo permettersi un nuovo lockdown”. Dopo il dialogo tra le parti, la rivolta è rientrata. “Fortunatamente la situazione è tornata sotto controllo e ho già provveduto, attraverso la Net, alla rimozione del materiale bruciato e alla pulizia dell’area. Ringrazio infine le Forze dell’ordine impegnate 24 ore su 24 nel presidio della struttura e in particolare il reparto mobile di Padova per il supporto che ci sta dando”, ha concluso Fontanini.

Duro il commento del presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga. “È inaccettabile: entrano illegalmente in Friuli Venezia Giulia e si permettono pure di fare rivolte se chiediamo la quarantena per tutelare la salute pubblica – così il governatore -. I nostri cittadini sono stati chiusi a casa per settimane con grande senso di responsabilità, mentre immigrati entrati clandestinamente si ribellano. Faccio un appello al Governo, sperando che ascolti: cacciateli subito al di fuori dei confini nazionali”.

Una sollecitazione all’esecutivo arriva anche dall’onorevole Sandra Savino, coordinatrice regionale di Forza Italia. “Cosa deve succedere ancora prima che il ministro Lamorgese e tutto il governo capiscano che questa situazione per il Friuli Venezia Giulia non è più sopportabile?” ha chiesto. “L’esecutivo deve accelerare i ricollocamenti in altre regioni e mandare l’esercito a presidiare il confine, non c’è più tempo da perdere” ha aggiunto la deputata.

“Quanto è avvenuto presso la caserma Cavarzerani di Udine è a dir poco inaccettabile. Vedere immigrati ospitati nel nostro Paese che si permettono di appiccare incendi, lanciare sassi e creare disordine, genera stupore e disappunto. Non possiamo accogliere in Italia chi si comporta in questo modo. Il Governo deve intervenire, anche con prese di posizione forti, per porre fine all’arrivo di immigrati irregolari in Friuli Venezia Giulia”. A tuonare è stato il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Mauro Bordin.

Sui fatti avvenuti alla Cavarzerani è intervenuto anche Nicola Tioni, segretario provinciale del Sap (Sindacato autonomo di Polizia). “Abbiamo denunciato le condizioni di servizio e i rischi cui vanno incontro ogni giorno i colleghi che prestano servizio e sono impegnati quotidianamente a fronteggiare l’immigrazione clandestina proveniente dalla “rotta balcanica”. A livello nazionale, senza indugio alcuno, abbiamo anche preso carta e penna e scritto al Ministro dell’Interno. A Udine abbiamo lanciato l’allarme un mese fa, quando ancora si poteva intervenire per predisporre adeguate misure che consentissero di gestire il fenomeno migranti in modo sicuro e garantito. Abbiamo chiesto rinforzi, nessun uomo in più è stato inviato. Probabilmente qualcuno sperava che il problema passasse inosservato o finanche si risolvesse da solo. Oggi, invece, è esploso in tutta la sua drammaticità“.