Sicurezza a Udine, si accende lo scontro in Consiglio Regionale

Botta e risposta tra Moretuzzo e Anzil sul tema della sicurezza a Udine.

La sicurezza a Udine entra con forza tra i temi più caldi del question time della seduta odierna del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, accendendo un duro confronto politico tra maggioranza e opposizione.

A innescare il dibattito è stata l’interrogazione a risposta immediata n. 397 presentata dal capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Massimo Moretuzzo, che ha chiesto al vicepresidente della Regione Mario Anzil di chiarire le sue ripetute dichiarazioni pubbliche sul presunto immobilismo del sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, in materia di sicurezza.

Moretuzzo ha contestato ad Anzil l’uso di toni “fuori luogo e indegni” del suo ruolo istituzionale, ricordando come episodi di criminalità abbiano interessato anche altri capoluoghi regionali, da Trieste a Pordenone, “senza che la Giunta regionale abbia mai chiamato in causa le rispettive amministrazioni locali”. “Perché solo Udine?”, ha chiesto Moretuzzo, sottolineando come le responsabilità in materia di ordine pubblico siano in gran parte competenza dello Stato e delle forze dell’ordine.

La replica di Anzil: “L’emergenza sicurezza non può essere né negata né sottovalutata”.

Il vicepresidente Anzil non ha arretrato dalle sue posizioni, ribadendo le critiche già espresse alla stampa nei confronti del sindaco De Toni: “Udine è la città in cui sono nato, che frequento da sempre e che perciò mi sta particolarmente a cuore e la situazione di degrado in cui a mio giudizio è sprofondata da mesi mi addolora e non mi può lasciare indifferente. La sicurezza rappresenta oggi una vera emergenza che non può essere né negata né sottovalutata. Di fronte a episodi che destano allarme e preoccupazione tra i cittadini, l’Amministrazione comunale ha mostrato un immobilismo sconcertante”.

“Il sindaco di Udine, che pilatescamente continua a negare la propria competenza, sembrerebbe non avere piena coscienza dei poteri straordinari che il suo ruolo gli attribuisce, preferendo rifugiarsi in dichiarazioni vaghe o in un poco coraggioso scarico di responsabilità – prosegue Anzil – . Questo atteggiamento non solo a mio giudizio pare del tutto inadeguato, ma rischia di alimentare ancora di più la sensazione di abbandono che molti udinesi vivono ogni giorno”.

“Poco importa agli abitanti di Udine che la situazione della sicurezza altrove sia migliore o peggiore, quello che conta è che nella loro città oggi tale situazione sia purtroppo oltremodo critica nè si intravveda all’orizzonte quel decisionismo, quella fermezza, quel carisma che viceversa servirebbero. La verità è che il Sindaco di Udine non prende i provvedimenti indispensabili a gestire una situazione critica come quella odierna non perché la legge non glielo consenta ma perché la sua maggioranza, il famoso campo largo, non lo sosterrebbe se tentasse di esercitare i poteri straordinari che invece una situazione straordinaria richiede”.

“Infine, concludendo, a beneficio di chi ancora continua a negare la competenza del sindaco in tema di sicurezza, mi permetto leggere il testo integrale dell’articolo 54 del Testo Unico degli Enti Locali che appunto disciplina i poteri del sindaco quale ufficiale di governo in tema di sicurezza, poteri che sempre sono stati ampi ed eccezionali ma che sono stati ulteriormente ed appositamente ampliati con la riforma del 2008 e che attribuisce al sindaco la funzione di ufficiale di Governo. Dite a De Toni, quando continua a lamentare che la sicurezza è competenza del Governo, che a Udine l’ufficiale del Governo è lui“, ha concluso Anzil.

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