Il Rapporto Montagne Italia sbarca a Sauris: la presentazione

A Sauris venerdi 22 agosto alle 17, presso la Sala kursaal in frazione Sauris di Sotto, Uncem presenta il Rapporto Montagne Italia 2025: un lavoro corposo e strutturato, che nasce nell’ambito del Progetto Italiae del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è attuato dall’Uncem per descrivere come si manifesta la contemporaneità nei territori di montagna. Il Rapporto sulla Montagna, edito da Rubbettino, in 800 pagine mette in relazione Alpi e Appennini. Descrivendone caratteri e opportunità. Non solo un volume scientifico, bensì un percorso politico-istituzionale di analisi e approfondimento.

Quella di Sauris è la prima presentazione in Friuli Venezia Giulia, dopo oltre trenta tappe nelle Alpi e negli Appennini a partire dal 24 giugno 2025. La presentazione del Rapporto, aperta al pubblico, vedrà la partecipazione, oltre che del Presidente nazionale Uncem Marco Bussone, di Alessandro Colle, Sindaco di Sauris; di Ivan Buzzi, Presidente Uncem Friuli Venezia Giulia; di Massimo Mentil, Consigliere regionale e membro della Giunta nazionale Uncem; di Stefano Lucchini, Imprenditore; di Ermes De Crignis, Presidente della Comunità di Montagna della Carnia; Michele Benedetti, Presidente del consorzio BIM Tagliamento; di Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.

“Il Rapporto è un documento approfondito e articolato – spiega Buzzi – che presenta dati socioeconomici di tutti i territori montani del nostro Paese. Per la prima volta, si entra nel dettaglio dei singoli territori, prendendo in considerazione ciascun comune che compone le aree analizzate: il risultato è una fotografia molto fedele della situazione delle aree montane italiane, che ci permette anche di sfatare alcuni miti frutto di un pensiero retorico, svincolato dall’analisi approfondita delle singole realtà, come quello della crisi delle nascite concentrata nei centri montani. Se leggiamo i dati del Rapporto, vedremo che non è così. Ci sono 100mila nuovi ingressi nelle zone montane negli ultimi anni. Un saldo migratorio positivo che fa fa ben sperare“.